Sono trascorsi diciassette anni da quando uscì, negli Stati Uniti, The Giver.
Era il 1993. L’anno successivo l’autrice, Lois Lowray, ricevette il Newbery Medal, il prestigioso premio assegnato annualmente da ALA, American Library Association, Association for Library Service to Children. Un premio nato nel 1922, riservato ad autori americani di letteratura per ragazzi. Oggi il libro è in catalogo per Giunti, nella collana Y, collana dedicata agli young adults (preferirei chiamarli adolescenti).
Un romanzo che racconta una società dell’omologazione, una comunità dalla quale sono banditi i sentimenti, i colori, le emozioni. Una comunità controllata e nata per preservare dal dolore, dalla paura, ma anche dalla gioia, dalla felicità derivata dall’aver vissuto.
In un non tempo, in un non luogo, si vive in forma predeterminata: ad ognuno è assegnato un ruolo, una funzione, uno spazio.
Se qualcosa altera questo ordine, viene congedata, eliminata, distrutta.
Così come congedati sono gli anziani non più produttivi, i refrattari al rispetto delle regole, gli errori della natura, le pulsioni sessuali.
Protagonista è Jonas, il prescelto, colui che raccoglierà su se stesso la memoria del mondo. Un destino non scelto, un destino doloroso, faticoso, solitario. Una terribile responsabilità che Jonas metterà a frutto per tentare di cambiare l'ordine delle cose, aiutato dal Donatore, da colui che lo ha preceduto nel difficile compito di depositario di quella memoria che la Comunità vuole bandire dalla vita quotidiana.
Altri racconti di fantascienza hanno raccontato un altrove controllato da un Grande Fratello, altri romanzi famosi hanno dato voce ad una letteratura fatta di ragazzi alle prese con l’abbandono dell’infanzia e i riti di passaggio. Lois Lowray, in The Giver, fonde questi elementi, li miscela, li dosa con abilità: ne esce una scrittura asciutta, ma evocativa, pervasa di un senso di attesa. La storia trascina il lettore dentro alla Comunità, gli fa indossare gli abiti incolore voluti dal Comitato degli Anziani, gli affida il ruolo del Condivisore.
A quando i due romanzi successivi, che completano la trilogia?
Dimenticavo: Lois Lowry aveva vinto il Newbery Medal nel 1990 con Number the Stars, un libro dedicato all’Olocausto.
Oggi ha settantatre anni, vive a Cambridge, in Massachusettes e ha appena dato alle stampe The birthday ball, illustrato dal grande Jules Feiffer.
Silvana Sola
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