Di Ipazia la letteratura per ragazzi si era occupata da tempo. Nel 2000 era uscito per Bompiani il bellissimo L’occhio del sole, ambientato nella biblioteca di Alessandria. Il romanzo ci colpì oltre che per i temi, per la scrittura e la composizione. Ci auguriamo che Rizzoli lo riproponga presto, anche sull’onda di interesse che il film Agorà sembra suscitare. Il romanzo è opera di uno scrittore fiammingo molto popolare, Karel Vereyen, nato nel 1938 e scomparso nel 2006. Di lui era uscito Mio nonno domatore, per Salani nel 1996, di cui non so nulla, e ancora per il gruppo RCS un romanzo sulle Olimpiadi greche. L’autore, prima di dedicarsi completamente alla scrittura, aveva diretto TOP, un magazine per adolescenti, lavorato per la stampa nazionale e si occupava anche di sport. Poi ha viaggiato e scritto dei suoi viaggi in Africa, Asia, Europa. E’ stato un attivo traduttore da diverse lingue europee ed ha sempre apprezzato gli incontri con i ragazzi, suoi lettori.
Questi incontri lo soddisfacevano molto di più di una recensione. Di certo non le disprezzava le recensioni, ma il contatto diretto con i lettori portavano linfa alla sua scrittura, una scrittura romanzesca, giornalistica, divulgativa e poetica. Si dice che fosse spesso in giro per le librerie del mondo per controllare la presenza dei suoi libri. Ha pubblicato il suo primo libro per adulti nel 2001. Nel 2002 ha celebrato il suo trentesimo anno da scrittore e ha pubblicato il suo centesimo libro. Oggi rendiamo omaggio alla sua memoria, come rendiamo omaggio ad Ipazia, alle bibliotecarie e ai librai del mondo.
Grazia Gotti
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