La divulgazione culturale è un genere poco praticato dalla nostra editoria per ragazzi. Per spiegare meglio cosa intendo per divulgare cultura prendo ad esempio un’autrice americana, Susan Goldman Rubin, che da tempo si dedica a questo genere di ricerca e scrittura. L’arte, la fotografia, il cinema e la cultura ebraica, sono gli argomenti da lei preferiti. Si è cimentata con Hopper, Wharol, Margaret Bourke White e Steven Spielber, oltre che con Anna Frank. Il suo ultimo lavoro, pubblicato dall’editore Harry Abrams di New York, è dedicato a Roy Lichtenstein, l’artista pop al quale Milano ha dedicato una mostra di cento opere, appena inaugurata e visitabile fino a tarda primavera. Libro di grande formato, condensa in sole 48 pagine immagini e testo montati insieme con grande perizia grafica. Fotografie di Roy bambino in un campeggio estivo sono a corredo di un testo in cui si racconta che a quel tempo si accorse del blues attraverso la radio e di lì a poco diventò un appassionato della musica jazz.
Tornato dal campo e abitando sulla 86a West di New York gli è facile andare ad ascoltare con un amico Benny Goodman alla Carnagie Hall. A tredici anni si iscrive ad una scuola privata dove non si tengono corsi di arte, ragion per cui si iscrive ad un corso per acquerello che si tiene di sabato alla Parson School di Design.
Lunedì scorso, a cena con Steven Guarnaccia, insegnante alla Parson invitato da Silvana in questi giorni in Italia per un workshop all’Isia di Urbino, si chiacchierava prorpio di questo, dell’attitudine americana di scegliere presto e in autonomia le cose da fare. Non vi racconto tutto il libro su Lichtenstein ma ve lo consiglio nel caso vogliate accompagnare un po’ di ragazzi alla mostra di Milano.
Grazia Gotti
Fotografia: Brushstroke II, Tokyo, 1994
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