giovedì 7 gennaio 2010

Horror nei ghiacci e al sole

L’imminente ritorno del bestseller Monster di Cristopher Pike, annunciato da Mondadori nella collana Shout, è per me occasione di riflessione sulle letture per gli adolescenti.
Pike è un nome di penna ed è un omaggio a Star Trek dietro il quale si nasconde Kevin McFadden, nato nel 1954, un dropout che ha svolto diversi lavori, dalla fabbrica ai computers, prima di diventare un autore di culto per i teenagers. Nel 1985, dopo aver provato a farsi pubblicare mistery e science fiction per gli adulti, pubblica Slumber Party, un romanzo per ragazzi che un editor gli aveva suggerito di scrivere. Con gli adolescenti ha trovato un posto al sole nelle classifiche dei più venduti, e, a mio avviso, è reo di aver offeso la nobiltà del genere horror.
Slumber Party giunge in Italia dieci anni dopo con il titolo Amiche per la pelle, uscito ne I Delfini e ora nella BUR ragazzi. Quando esce molti ragazzi già conoscono Carrie di Stephen King, uscito nel 1974, il romanzo più censurato nelle scuole americane.
McFadden non è disonesto, cita più volte Carrie, le adolescenti del suo romanzo lo leggono, ma non assomigliano in nulla ai personaggi, maschi e femmine di King. Quelle di Pike sono figurine vuote di anima, poco elaborate, così come l’ambiente intorno a loro. Deboli le descrizioni, ingarbugliati i plot, e soprattutto, molto simili fra loro. Prima di Amiche per la pelle era uscito Weekend in Mondadori, secondo libro dell’autore e clamorosamente simile al primo. La sola differenza fra i due fine settimana è di natura geo-climatica: uno si svolge fra le nevi e l’altro al sole del Messico.
Anche le traduzioni concorrono a rendere queste storie di noiosa lettura. Non si trema mai di paura e non si impara niente della vita, esperienze garantite con Stephen King, indicato come il maestro di McFadden. Insomma mi sono fatta l’idea che gli adolescenti che hanno letto It o Carrie siano diventati lettori di qualità mentre chi indugia con Pike resti un lettore dozzinale.
Vorrei non essere fraintesa, mi piace l’horror, ma mi piace un buon horror, come mi piace bere un buon vino. Aspetto comunque Monster che non avevo letto in Mondadori. Ricordo che l’autore aveva sollevato indignazione. Era indignazione letteraria o indignazione anti horror? Vorrei riprendere il filo di allora. Qualcuno può venirmi in aiuto?
Grazia Gotti

1 commento:

  1. Lessi "Monster" appena uscì per la collana Super Junior Horror nel 1993. Allora avevo tredici anni, ero un'autentica fan di Christopher Pike, e il romanzo mi turbò molto. Era grondante sesso, sangue e crudeltà su uomini e animali come pochi altri libri -dello stesso autore e non- che avevo letto fino a quel momento.
    Poco adatto alla collana in cui era inserito, rivolta a lettori dai 12 anni in su, "Monster" fu ripubblicato nella collana Superbrividi con una veste editoriale ancora più "infantile" e inadeguata della precedente.
    Non posso essere oggettiva nel giudizio sull'opera di Pike, perchè la memoria mi riporta a pomeriggi passati a leggere e rileggere le pagine della sua narrazione sì furbetta ma comunque molto accattivante, ma ripubblicato oggi, "Monster" potrebbe incontrare un pubblico di lettori molto più consapevole dei meccanismi del genere e preparato alla sua "violenza" letteraria.

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