Era nata proprio carina, bellina. Allora come mai i suoi genitori appena l’avevano vista avevano detto “Ooohhh? Perché era nata, udite udite, con sui piedi due minuscole scarpette rosse da ballo.
Diamo il benvenuto ad un’altra delle bambine di Vivian Lamarque, non ha
un vero nome, come tutte le bambine di Vivian, e come loro è un po’ speciale. Perchè La Bambina sulle punte (così la chiamarono) non solo nasce con le scarpette ai piedi, ma sa fare pirouette già da piccola e quando salta, spunta una figurina “uguale uguale a lei ma tutta fatta di puntini”, anche se solo gatti e piantine possono vederla. C’è sempre un po’ di magia nelle storie di Vivian, c’è ad esempio una bambina maghina, anzi, La bambina quasi maghina, perché sa far apparire solo le cose belle e utili agli altri. Ma c’è anche la quotidianità: la scuola, l’amicizia, i bambini simpatici e quelli invidiosi e c’è, come dice Antonio Faeti “il culto delle piccole cose”.
La lingua è semplice, garbata, ironica. Vivian parla direttamente ai bambini – lettori, in una sorta di dialogo che li rende un po' protagonisti. I suoi sono piccoli mondi pieni di “valori”, quelli importanti, le cose giuste “che si sentono con la pancia”, quelle così rare oggi, che quando ne leggi sul giornale dici “Ooohhh” e se poi ti lamenti perché di questi valori non ce ne sono più, ti danno della bacchettona. Nel mondo di Cioccolatina, la bambina che mangiava sempre, ad esempio, la bambina “antipatichina” è quella “magrina e smorfiosetta” che da grande vuol fare la Barbie; l’amicizia ed essere “PIENI di idee” invece riempiono lo stomaco, in un racconto che è una vera e propria educazione alimentare, vincitrice su qualsiasi cultura delle diete e del fitness sfrenato.
Menzione particolare per La bambina che mangiava i lupi, ironica rivisitazione di Cappuccetto Rosso, una fiaba a rovescio in cui una buffa bambina dai capelli rossi vive in una casetta sull’albero con una gallina che soffre di vertigini e che si chiama, indovinate un po’, Gallina. Bambina mangia i lupi per necessità e diventa suo malgrado lo spauracchio ad uso di mamme lupo i cui piccoli non vogliono dormire. All’arrivo della primavera però, Bambina è stufa di lupi, inizia a mangiare uova, fragoline… ma è troppo tardi, Bambina diventa un lupo “troppi avendone mangiati”. Questo albo, purtroppo fuori catalogo, ha le divertenti e colorate illustrazioni di Donata Montanari; ne consiglio il recupero in biblioteca perché è una di quelle storie che ai bambini (e ai genitori) piacciono tanto, tanto da tenerle care fra i ricordi anche dopo molti anni.Infine ricordiamo altre due bambine della Lamarque, quella di ghiaccio, poetica, romantica e triste, pubblicata della Emme edizioni con le intense illustrazioni di Mara Cerri. E La minuscola bambina B nei tipi Feltrinelli; solo B questa volta, perché “era questo il nome cortissimo della bambina”.
E guardate bene Vivian Lamarque, non vi sembra quasi una maghina?
Elena Rambaldi
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