giovedì 8 ottobre 2009

A scuola con Laura Orvieto

Il numero 32 della collana “Quaderni della Fondazione Carlo Marchi” dell’editore Leo S. Olschki, pubblicato nel 2007, è un romanzo per bambini di Laura Orvieto, la grande autrice di Storie della storia del mondo, che ha fatto conoscere la storia antica e la mitologia a tante generazioni di Italiani. Viaggio meraviglioso di Gianni nel paese delle parole era un inedito ritrovato da Caterina Del Vivo, studiosa di Laura Orvieto, fra le carte del Gabinetto Vieussieux. Laura Cantoni era nata a Milano nel 1876, aveva sposato Angiolo Orvieto nel 1899 e si era trasferita a Firenze. Scriveva per “Il Marzocco”, era amica di Amalia Rosselli, scrittrice per ragazzi e curatrice di collane per giovanette, madre di Carlo e Aldo, assassinati dai fascisti. Laura Orvieto era una grande lettrice: “Si rifugiò nei libri, inventò il lavoro delle sette lingue, leggendo ogni giorno belle e alte pagine nelle sette lingue che più o meno conosceva: italiano, francese, tedesco, inglese, greco, latino, ebraico. In ebraico leggeva la Bibbia.”.
Legge anche Gianni, il giovane protagonista del meraviglioso viaggio, deve leggere lunghi periodi da analizzare. Legge e rilegge ma fatica a trovare la proposizione principale, quella implicita, il soggetto e sbuffa:
Orsù grammatica/ Non esser statica!/Morfologia,/ caruccia mia,/ muoviti un poco, /or che t’invoco,/ di congiunzioni,/di nomi e pronomi,/ di sostantivi,/ di verbi transitivi,/ e intransitivi!/ E tu Sinatassi,/se tu mi amassi,/ mi appariresti;/ mi spiegheresti/ qual è il Soggetto,/lui benedetto!-/il Predicato verbale/ e l’altro nominale,/e i Complementi./I complementi,/ oh che tormenti/ per noi ragazzi,/che si diventa pazzi,/ nei labirinti/ ossessionanti/ dei complimenti/allucinanti!
“Dopo che si fu sfogato con questa sfuriata, Gianni riprese in mano il suo libro, che era intitolato GRAMMATICA ITALIANA DELL’USO MODERNO. Lo sfogliò, cercò dappertutto, in principio, nel mezzo, in fondo e poi ancora in principio, nel mezzo, in fondo, per trovare un filo che lo aiutasse a orientarsi, e quand’ebbe ben guardato si trovò più disorientato di prima. Allora si arrabbiò sul serio”. Giudicandolo un libro astruso, pieno di robe morte, privo di cose vive e comprensibili, e non potendo farlo a pezzi, perché avrebbe dovuto poi ricomprarlo con i suoi soldi, lo scaraventò contro il muro.
“Il libro volò per l’aria, s’aperse sfogliandosi, fece una curva andando a sbattere con forza contro la parete e cascò per terra con un tonfo, rimanendo lì in piedi come per protestare, in forma di tenda da campo. Dopo il tonfo ci fu un silenzio.”
Da qui si scatena la fantasia grammaticale che non ha eguali nella storia della letteratura per l’infanzia. L’autrice ha in mente altri meravigliosi viaggi, conosce i meccanismi del narrare e vuole educare narrando; questo è il suo desiderio, educare al Pensiero, far capire tenendo aperto e sveglio l’interesse del giovane lettore.
Perché non venne pubblicata? Troppo ebraica la concezione della Parola? Troppo raffinato un racconto che annovera fra i protagonisti le sorelle Morfologia e Sintassi?
Non abbiamo risposte, ma siamo certe che il viaggio di Gianni saprebbe catturare l’attenzione dei ragazzi di oggi, li aiuterebbe a trovare il soggetto e a sentire e a vedere la differenza fra il predicato nominale e il predicato verbale. Servono ancora la grammatica e la sintassi? Più che mai!
Grazia Gotti

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