venerdì 11 settembre 2009

Storie della memoria

Dal catalogo Giunti Progetti educativi escono spesso pubblicazioni di grande interesse, graficamente impeccabili, ben illustrate. Anche Anni spezzati, una delle ulime fatiche della redazione è un incontro importante. Per me lo è particolarmente perchè mi riporta ad un mio vissuto romano e all’incontro con le insegnanti più brave e motivate con le quail mi sono confrontata a Roma, in quel periodo. Era il 2000, ero stata invitata a tenere un corso di formazione nel 166° Circolo Didattico, zona Laurentino 38. Non sapevo dove fosse ubicato il plesso scolastico. Il taxista mi disse che sarebbe stato un percorso lungo e nel tragitto iniziò a raccontare. L’urbanizzazione degli anni ’70, la banda della Magliana, la microcriminalità diffusa. Mi aspettavo di arrivare in un luogo di frontiera, abbandonato. Ed invece mi trovai di fronte un direttore didattico colto e motivato, insegnanti e bibliotecarie attente, profonde, attive. Una biblioteca di Circolo curata, ricca e frequentata da bambini desiderosi di incontrare il libro e la lettura. Le scuole interessate portavano il nome di Antonio Gramsci e di Ada Tagliacozzo.
Non conoscevo la storia di Ada Tagliacozzo: loro me la raccontarono e ora la rileggo nelle pagine toccanti del libro, assieme ad altre storie di vite interrotte, spezzate dalla crudeltà e dalla barbarie che hanno attraversato l’Italia nella prima metà degli anni ’40. C’è la voce colta e appassionata nel racconto “La vita oltre il numero” di Piero Terracina che aveva quindici anni quando fu deportato ad Auschwitz, assieme alla famiglia. Sarà l’unico superstite. Ci sono le testimonianze di Enrico Modigliani, nipote di Franco Modigliani, premio Nobel per l’Economia, quelle di Liliana e Susanna Colombo e dei campi di internamento nella Svizzera tedesca. E poi c’è il ricordo doloroso della famiglia Tagliacozzo, della morte di una bambina che rispondeva al nome di Ada. Aveva otto anni il 16 ottobre del ’43. Era andata a dormire dalla nonna quando i tedeschi bloccarono il ghetto e fecero salire gli ebrei romani sui camion del non ritorno. Sono storie della memoria, voci contro l’oblio accompagnate da un corredo iconografico che fa incontrare la documentazione storica, le foto d’epoca con l’illustrazione.
Silvana Sola

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