venerdì 29 maggio 2009

Il 30 maggio Teresa Buongiorno compie gli anni, auguri!

In attesa della festa per il 2010, quando Teresa farà gli ottanta e la celebreremo come l’Azeglio Ciampi della Repubblica delle Lettere per i ragazzi, cominciamo a parlare di lei con ammirazione e gratitudine.

Teresa ha incontrato i ragazzi di Marzabotto e San Giovanni in Persiceto il 21 maggio scorso per il programma Fieri di leggere. La sera del 20 abbiamo cenato insieme ed è cominciata l’intervista che si è poi conclusa il 29 maggio sul treno per Venezia, grazie a quei piacevoli colpi del destino che rendono la vita magica e piena di sorprese. Ho imparato a credere alle coincidenze, sento che sono dei puntelli che sorreggono il nostro fare quotidiano e che ci aiutano  a non lasciare le idee al caso. L’incontro casuale con Teresa in viaggio per Treviso ha consentito di portare a termine l’intervista che era rimasta sospesa dopo la piacevole serata a Sabbiuno.

Quale è il tuo best seller?

Un vecchio libro mondadoriano che ha venduto 135.000 copie, fuori commercio, Le storie della buonanotte.

A me piaceva moltissimo perché si imparavano tante cose, erano storie, curiosità, gocce di cultura più adatte ad un Almanacco, un genere di libri che nessuno sa più fare perché bisogna impegnarsi e studiare.

Anche per i romanzi bisogna studiare, ricercare, mettere insieme i pezzi e lavorarli.

Per te e per Bianca Pitzorno la Storia è la partenza per le storie.

Bianca è bravissima, e tutto ebbe inizio grazie a Raffaele Crovi ( che aveva lavorato con Vittorini).e che dopo la Rai aveva dato vita alla collana “ I cronolibri” per Rusconi. Bianca, Pederiali, Cremaschi fra gli altri, avevano coperto la preistoria, il medioevo, a me restarono gli Etruschi e scrissi Un chiodo nella colonna del tempio, ma il mio titolo fu buttato per il più “vendibile” Ragazzo etrusco.

Il tuo era un titolo bellissimo!

Era il Tempio a non convincere.

Era il 1977 ed era la storia materiale…Ma tu eri già una saggia scrittrice, avrebbero dovuto darti retta, non eri una giovinetta alle prime armi ma eri pur sempre giovane rispetto al Collodi quando si mise a scrivere la sua bambinata.

Senti questa: “E' riuscita a conoscere Carlo Coldi, l’autore più famoso del mondo?” Io racconto ai ragazzi di tutti quelli che ho incontrato, Rodari in primis, e quando mi presento alle classi, sempre da marzo a maggio, mai per il freddo, penso che, poverelli, aspettano l’Autore e si vedono arrivare una vecchierella…Alla Garbatella mi hanno detto che dimostro più anni e mi hanno consigliato di spararmi un rosso fuoco nei capelli. Non devo  preoccuparmi, secondo altri, perché l’età sta nella testa. Mi piace incontrarli, è il mio viagra.

Una vecchierella che parla e  non si stanca mai e che si fa ascoltare da piccoli e grandi. Mi piaceva sentirti alla radio prima del monopolio Fahrenheit.

Mi aveva chiamata Monica D’Onofrio per un ciclo sulla letteratura per ragazzi.

Con il Dizionario hai fatto un gran regalo alla cultura italiana.

Ho voluto fissare i miei ricordi. Avevo visto crescere gli autori e soprattutto cominciavo a rendermi conto che gli altri erano troppo giovani per ricordare. Prima, nel 1995, lo feci per Vallardi che aveva la collana dei dizionari. Poi nel 2002, per Fabbri, l’ho aggiornato. Dal 1995 al 2002 c’è stata l’esplosione, nuovi autori, traduzioni, libri bellissimi, un periodo di fuochi d’artificio. Ricordo le parole di Antonio Faeti, che gioia! Mi sono sentita accreditata. Non è stato un lavoro critico, ho lasciato i giudizi ai critici, volevo informare.

La Teresa giornalista dal Radio Corriere fino ad Andersen.

Ernesto Ferrero,  allora all’ufficio stampa Einaudi, mi scrisse per la mia segnalazione de Il  giovane Holden, nel 1963, ed oggi mi invita al salone per presentare i miei libri.

Fecero fuochi d’artificio anche le tue storie ambientate sull’Olimpo.

Era il 1995 e Mondadori voleva da me i miti greci, ma io non avevo voglia di scrivere la solita storia. Guardavo Beautiful e volevo scrivere una mitonovelas. L’idea piacque a Donatella (Ziliotto) e pure a Spagnol. Poi con Salani è venuto Camelot.

Hai potuto scegliere tu le illustrazioni?

Ho detto subito Grazia Nidasio, una grandissima!

E Marco Polo?

Sempre per Crovi, che intanto era in Rcs, poi è diventato Salani con il titolo  Stella di tramontana.

Tutti i tuoi libri sono salvi, quindi sei una scrittrice classica contemporanea e i tuoi libri hanno e avranno sempre qualcosa da dire. Cosa dici in generale della letteratura per ragazzi?

Con Rodari noi stavamo all’inizio di un processo di rinnovamento, fu un decollo, andammo verso orizzonti più vasti, alti e internazionali, il marketing non la faceva da padrone, bastava che tornassero i conti e che i libri di alto livello avessero una buona tenuta, eravamo emarginati e contenti. Ora mi pare che quella spinta propulsiva si sia affievolita, si ha l’impressione che basti qualche titolo di grande successo a fare i numeri.

Leggi molti libri per ragazzi, per lavoro e per il tuo piacere?

Li continuo a leggere perché nonostante il fatto che siamo un po’ in discesa sono sempre più belli di quelli degli adulti. Le lacrime dell’assassino è ora in cima alla mia lista e mi è molto piaciuto Luna moonda di Tognolini. Mi piace moltissimo Penelope Lively, da noi conosciuta come scrittrice per ragazzi prima che grande, grandissima, scrittrice per adulti. Mi straccio le vesti per Robert Westall; come può essere sparito un libro come La grande avventura, un romanzo che dovrebbe essere adottato alle medie invece di Calvino, che bisogna leggere da più grandi?

Oltre che in Salani i tuoi libri abitano anche in altre case editrici, Piemme, Fatatrac, sei abbastanza cresciuta per scrivere la tua Giovanna d’Arco. I tuoi lettori aspettano…auguri!

Grazia Gotti


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