martedì 13 settembre 2016

Bisanzio



Ho letto con molto piacere il romanzo di Annalisa Ponti. Mentre andavo avanti nella lettura mi tornava in mente un romanzo nella gloriosa collana "Gaia Junior", Anna di Bisanzio, che vedrei bene ristampato. Questo è per lettrici (ma anche lettori) ancor più giovani delle ragazze che leggevano quei bellissimi libri, lo possono leggere delle appassionate lettrici già in quinta elementare.
Lo stile di scrittura è piano, la lingua garbata, i personaggi ben delineati.
La vicenda è principalmente ambientata a Venezia, una città non ancora spendente di mosaici e di cupole. Al posto di San Marco c'è il rudere di una chiesa distrutta da un incendio. Il palazzo del doge un triste edificio grigio. Qui arriva una giovinetta, nipote dell'imperatore di Bisanzio, una "straniera" agli occhi dei veneziani.
È una straniera colta, raffinata, molto ben educata, una perfetta principessa.
Fa il bagno nella vasca, mangia con la forchetta, beve thè in purissime porcellane, parla greco e latino, e, soprattutto legge e scrive.
Tra documentazione storica e invenzione letteraria, l'autrice costruisce un gradevolissimo impianto che si legge con molto piacere. Bella e giusta la spiegazione culinaria del saor. Ancora una volta si sottolinea che la cucina è il primo passo per l'incontro delle culture. Il libro è ospitato nella collana 
"Il cantiere delle parole" di Rizzoli, dedicata a scritture italiane.

Grazia Gotti

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