lunedì 29 agosto 2016

La montagna vista e raccontata: l’antico nel passato remoto e nel presente



Ho visto recentemente la mostra La guerra bianca. Mostra con fotografie di grande formato realizzate da Stefano Torrione, sintesi di un percorso durato tre anni, alla ricerca delle tracce ancora visibili di una guerra devastante, unica come strategie belliche, combattuta ad alta quota.
La mostra è ospitata nel bellissimo Palazzo delle Albere di Trento.
La guerra esce con la potenza e il dolore che l’hanno contraddistinta, con la rassegnazione e l’eroicità che hanno accompagnato gli eventi. Nel lindore delle vette, nei colori delle rocce scavate, nel bianco sporco delle attese.

I resti delle fortificazioni, delle baracche, la tangibile presenza dell’uomo e la forza della natura, presenti nell’interessante lavoro di Torrione, dialogano con uno spazio espositivo che regala al visitatore pareti e soffitti affrescati e quadri naturali offerti dalle finestre che guardano la montagna, il giardino, il MUSE, il Museo delle Scienze firmato da Renzo Piano.
Accanto alla Prima Guerra Mondiale raccontata attraverso il visivo suggerisco di riprendere in mano uno dei libri che, a mio avviso, meglio raccontano quel pezzo di storia italiana e europea: Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu.


L’introduzione all’edizione einaudiana firmata da Mario Rigoni Stern recita così:
“Era il 1953 quando lessi questo libro per la prima volta. Me l’aveva portato un cugino da Padova; la copertina era dimessa, la carta piuttosto grigia; era stato stampato a Roma da Giulio Einaudi quando eravamo ancora occupati dai tedeschi. Scrissi- mi buttai a leggerlo come si butta l’orso sul miele, trascurando persino i doveri dell’ospitalità. La mia sorpresa fu grande. Forse la più grande che ebbi come lettore: quelle pagine parlavano di fatti accaduti tra le mie montagne durante la Grande Guerra, e in particolare, di un monte che conoscevo come l’orto di casa (...) Tra i veri capitani Emilio Lussu è stato il più grande. Re pastore, nobile cacciatore, domatore di cavalli, uomo politico nei momenti più importanti della storia del secolo, narratore semplice come un classico antico...”

Silvana Sola

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