giovedì 23 giugno 2016

Ancora con il piccolo elefante.



La lettura di Piccolo elefante va in Cina mi ha messo di buon umore. Ridere, sorridere, di prima mattina, permette di affrontare il caos di una giornata fitta di impegni lavorativi con passo lieve.
Già avevo espresso (qui) il mio amore per il primo libro della serie, consigliandolo vivamente a genitori e adulti che frequentano i bambini. Mentre il primo era ambientanto fra le mura domestiche, qui siamo in vacanza sulla spiaggia. Ho trascorso innumerevoli estati sulla stessa porzione di spiaggia con il mio cucciolo: al mattino di buon ora, fino alle 12, poi a casa, per il pranzo e il riposo. Abbiamo inventato insieme tanti giochi ma una buca per andare in Cina, quella non mi era venuta in mente. Sesyle Joslin ha una scrittura raffinatissima, ricca di giochi di lingua, di ironia, di sottolineature. La mamma da lei tratteggiata ha caratteristiche da commedia sofisticata, un cinema che amo molto. Ecco, forse ho trovato la chiave critica per dire che cosa è questa opera (intesa come serie): una sophisticated commedy vestita da picture book. 
Le tavole di Leonard Weisgard sono raffinate, divertenti: il tempo trascorso non le ha invecchiate, sono fresche, originali, destinate a durare per sempre. 

Grazia Gotti

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