giovedì 21 aprile 2016

Noi la guerra non la conosciamo per intero

Un cielo azzurro, nitido, senza una nuvola e un mare calmo e tranquillo salutano la mia giornata tra Lerici e San Terenzo dedicata alla Resistenza.
La Resistenza che incontra la scuola: circa 150 ragazzini della primaria, quarte e quinte, ragazzini attenti, felici di poter esprimere la propria opinione.
Il primo gruppo riempie la sala del Consiglio e occupa gli spazi di consiglieri e pubblico, il secondo l'auditorium di una scuola.
Sono abituati all'ascolto, hanno già sentito parlare di Resistenza, conoscono il lavoro della sezione dell'ANPI, una sezione attiva, in movimento, che crede nella partecipazione, che si muove per mantenere viva la memoria del passato nella storia di tutti i giorni.
I ragazzi fanno domande, dicono che loro la guerra non la conoscono “per intero”, ma solo attraverso le storie, mettono in fila parole che richiamano l'idea di libertà, di diritto, di appartenenza.
Io costruisco per loro una narrazione che intreccia brani, racconti di vita, invenzioni letterarie. Dico di un'Italia con geografie diverse, di montagne e di città resistenti.
Parlo di staffette e di partigiani, di nomi e fatti.
Mi accompagna nel racconto Andrea Vendetti, mio ex studente, che ha condiviso da subito il progetto della nostra antologia Nome di battaglia Provvisorio.
Le sue narrazioni entrano nei luoghi, parlano di bambini coraggiosi, poi partigiani, parlano di Lerici e della straordinaria esperienza della tipografia clandestina, del centro stampa della Rocchetta attivo durante la lotta di Liberazione.
Dopo le storie i ragazzini sono invitati a fare un manifesto, un loro omaggio visivo alla Resistenza che mette insieme figure e parole.
E loro lavorano in gruppo con un'energia straordinaria, discutono, scelgono, occupano gli spazi bianchi, chiedono ed elaborano.
Per l'incontro avevo ripreso in mano la bibliografia scelta per l'antologia e cercato tra le nuove pubblicazioni.

Nuovo è il lavoro di Paola Capriolo, attenta testimone del tempo, scrittrice capace di entrare nei fatti della Storia e farci sentire la voce dei protagonisti.
E' dedicata alla figura di Rita Rosani, Partigiano Rita, il libro uscito per i tipi di Einaudi ragazzi.
Parla della vita di Rita, adolescente normale nella Trieste degli anni '30.
Non proprio normale dopo le leggi razziali del 1938. Rita è ebrea e per lei inizia una vita di negazioni, di spostamenti, di mancate libertà.
E dopo il dolore, dopo le perdite, dopo le offese subite, arriva la scelta di entrare nelle file della Resistenza.
Donna coraggiosa perderà la vita in battaglia, finita da un colpo alla testa partito dalla pistola di un soldato repubblichino.
Rita sarà una delle poche donne (tante erano quelle che hanno combattuto) insignita della medaglia d'oro al valor militare.
La storia della Resistenza non finisce con commemorazioni o anniversari. Vive tutti i giorni per chi considera attuali i valori dell'esperienza che ha fatto dell'Italia un paese libero.
Martedì prossimo, 26 aprile, nella nuova biblioteca di Marzabotto, si chiude momentaneamente il nostro piccolo percorso resistente.
Silvana Sola

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