venerdì 27 febbraio 2015

Libri cinesi



Qualche anno fa, il critico americano Leonard Markus, invitato a prender parte alla giuria del Bologna ragazzi Award, si chiese come mai non si vedessero libri cinesi fra i tanti provenienti da tutto il mondo. Leonard è un curioso, sempre attento alle cose nuove, così come ama ricostruire quelle del passato, infatti è definito historian e critic. Anche noi abbiamo nel tempo scrutato l'orizzonte e ora cominciamo ad avere qualche riferimento: case editrici, autori, illustratori.
Mi pare di poter affermare che è in corso un importante scambio culturale. Sarebbe interessante sapere quanto i nostri libri per bambini siano penetrati nel vasto mercato cinese e, per contro, capire se è un movimento unidirezionale o se anche noi, in Italia, ma più in generale in Occidente, siamo curiosi e aperti alla cultura cinese.
Ho qui tanti cataloghi e libri e vorrei davvero saper leggere il cinese.
Le storie sono davvero singolari. In un picture book raffinato si racconta la storia dell'amicizia fra l'acqua, l'inchiostro di china e il pennello. Non vi ricorda una storia di Robert Luis Stevenson?
Questa storia porta il bambino a scoprire una delle eredità culturali più importanti.
Durante la Rivoluzione che appassionò tanti giovani occidentali, la mano di tanti maestri veniva mozzata. Lo raccontano mirabili romanzi.
Oggi cerco di capire un Cappuccetto Rosso, o meglio una sua variante. E' molto interessante questo scambio, sicuramente da approfondire. Speriamo di poterlo fare il fiera.
Grazia Gotti




giovedì 26 febbraio 2015

Da grande farò il direttore d'orchestra!


Fra i libri dedicati ai mestieri (che bella una mostra sul tema del lavoro!), questo albo francese dedicato al mestiere di direttore d'orchestra è molto bello.
Mi aveva colpito la copertina e il nome dell'illustratore, Bruno Gibert, di cui apprezzo molto il lavoro. Possiedo un libro con dedica disegnata, ma essendo molto disordinata e incapace di vero attaccamento collezionistico, non so dove sia finito, anche se ricordo bene quando mi sono fermata al tavolo delle dediche per godere dell'incanto del disegno dal vivo.
A proposito di dediche quella che mi ha più impressionato di recente è stata quella di Didier Cornille, per la rapidità della elaborazione ad un tema proposto.
Didier doveva dedicare uno dei suoi libri di architettura al Mast, Manifattura delle arti, sperimentazione e tecnologia di Bologna di cui parlo spesso, e ha creato un logo magnifico, in due minuti!
Tornando ai mestieri, qui il Maestro Alain Altinoglu racconta tutto ciò che c'è da sapere in merito. Un bellissimo libro per i bambini che suonano uno strumento, che hanno orecchio per la musica, che amano la musica.
Grazia Gotti

mercoledì 25 febbraio 2015

La notte degli Oscar



Sono stata sveglia tutta la notte per seguire la notte degli Oscar. Mi sono commossa come si sono commosse le stelle del cinema. Ho scrutato ogni volto, naturale e rifatto che fosse, ho ammirato l'eleganza della più “battuta” delle attrici, nominata per ben 19 volte e premiata solo tre (chi è?), ho gioito per il riconoscimento alla nostra Canonero per i costumi del film di Anderson.
Alle 6 ho poi guardato Lei, in programmazione su Sky, che non avevo visto a suo tempo. Ho fatto la doccia e sono andata ad un appuntamento molto importante con i vertici di LegaCoop, il potere costituito del mio territorio. Pensavo ancora allo spettacolo americano e lo scenario locale mi obbligava a dei confronti, ad esempio sugli ascensori. Nel film Lei sono bellissimi, quelli delle Torri di Kenzo Tange molto opprimenti. Sono poi passata negli uffici della Fiera, con il pavimento di linoleum. Infine, in ufficio, fra le mura robuste di un palazzo storico, mi sono rimessa sui libri e ho cominciato a sistemare quelli per la mostra in Sala Borsa, dedicati ai semi. Plant a little seed è un libro che mi insegue da mesi, mi chiede di essere sfogliato, mi aspetta... Ora finalmente è fra le mie mani. E' opera di Bonnie Christensen, un'artista mancata in questo gennaio, all'età di 64 anni. Dell'America ho sempre adorato Spoon River, che ogni tanto riprendo in mano. Bonnie è una degnissima rappresentante della cultura americana che io amo. I suoi libri, pubblicati da Neal Porter, Henry Holt, editori che ammiro da sempre, mettono in scena personaggi, fatti storici, o amore per la terra, come questo splendido Plant a Little Seed. La sua galleria degli eroi della musica popolare termina con Elvis the Pelvis, in uscita in Aprile. Artista di grande impegno ha usato tante tecniche, l'incisione su legno l'ha raccontata anche per i ragazzi. La splendida ragazza americana capace di raccontare il diario di un ragazzo nella guerra civile, Galileo, una storia ambientata a Pompei, quella del chitarrista zingaro Django, ci saluta dal cielo. Ora si dovrebbero raccogliere, si dovrebbero prendere tutti i suoi libri e metterli negli scaffali delle librerie e darsi da fare per venderli. Io vorrei fare una libreria di soli libri che mi piacciono. Se avrò un'altra vita la farò e quelli di Bonnie saranno sempre in bella vista. Ciao Bonnie!
Grazia Gotti




martedì 24 febbraio 2015

Una domenica da libraie



Abbiamo discusso di tante cose domenica scorsa; la nostra presidente Teresa Porcella aveva tante cose da comunicare, cose da fare, progetti da varare, da far camminare. Ero molto contenta perché una cosa che avevo contribuito a creare era lì sotto i miei occhi, un'associazione di librerie, diverse fra loro ma pronte a collaborare insieme. Non sono percorsi facili e talvolta sembrano solo pieni di ostacoli. Sono percorsi che possono partire in quarta e subire poi delle battute di arresto.
Abbiamo votato i nostri libri preferiti (a prestissimo i vincitori del premio Orbil), programmato un bellissimo 8 marzo di cui daremo comunicazione nei prossimi giorni.
Abbiamo accennato ai conti, siamo esercizi commerciali. Ma siamo anche tanto di più. Ci spingiamo in avanti, oltre noi stesse, oltre l'interesse solo privato, per costruire qualcosa che non c'è. Una società nella quale si possa praticare il confronto, lo scambio, lo spirito solidale.
Grazia  Gotti


lunedì 23 febbraio 2015

La candela non si può spegnere



Era il luglio 1961 quando Peter Benenson dichiarava che “è meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”. 
L’avvocato inglese diede vita, in quell’anno, ad Amnesty International, l’organizzazione internazionale nata in difesa dei diritti umani che, nel 1977, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
Oggi sono oltre sette milioni le persone che, in tutto il mondo, cercano di tenere viva la fiamma della candela.
E’ da pochi giorni sullo scaffale il libro Sogni di Libertà, pubblicato in Italia da Gallucci in collaborazione con Amnesty International.
Il libro ci porta la voce di Nelson Mandela accanto a quella del poeta cubano Armando Valladares, di Anna Frank, dell’eroina afroamericana Harriet Tubman , di Aung San Suu Kyi e di molti altri. Parole di libertà, di speranza, di diritto.
Parole accompagnate dalle figure di illustratori provenienti dalle geografie più diverse:
dalla Spagna Javier Zabala, dalla Francia Barroux, dall’Australia l’aborigena Sally Morgan, dalla Palestina Raouf Karray. E poi il segno incisivo di Roger Mello, autore brasiliano premio Andersen 2014, l’ironia colta e sottile di Chris Riddell, la potenza espressiva dell’americano Mordicai Gerstein.
E poi altri nomi, tanti, uniti nell’obiettivo comune di non spegnere l’attenzione sulle troppe occasioni di libertà violate, di vite lese, di infanzie negate.
Silvana Sola

venerdì 20 febbraio 2015

Accademia Drosselmeier Silent Jury


Su proposta della docente Marcella Terrusi, ci siamo inoltrati nel mondo del silent book simulando il lavoro di una giuria per attribuire al miglior progetto editoriale la seconda edizione del premio simbolico Accademia Drosselmeier (qui l’esito della prima edizione). 
Divisi in gruppi e avvalendoci delle diverse formazioni che ci caratterizzano (libraria, pedagogica, linguistica, grafica, artistica, letteraria), siamo partiti dall’analizzare i vari libri per poi restituirne una presentazione dettagliata al resto della giuria. Ci siamo confrontati su impressioni, qualità del segno, impostazione grafica, contenuti, poetica, arrivando ad assegnare un primo premio e una menzione speciale.
L’esperienza ci ha dato l’occasione di riflettere su cosa significhi valutare dei progetti editoriali di provenienza geografica e culturale differente, che hanno però in comune la capacità di parlare per immagini. Nella fase ultima di scrittura e sintesi delle motivazioni, un pensiero è rivolto al lavoro svolto in questi anni dalla giuria del BolognaRagazzi Award, e in particolare all’impostazione stilistica data dalla presidenza pluriennale di Antonio Faeti, capace di iscrivere ogni libro, con poche e chiare pennellate, nel contesto più ampio – storico e culturale – di cui fa necessariamente parte.


Primo classificato - The farmer and the clown di Marla Frazee, Edizioni Beach Lane Books
Per l’immediatezza e la preziosità del linguaggio visivo, che coincidono pienamente con l’intenzione narrativa. Per la delicatezza con cui l’autrice sviluppa i temi trattati e per l’iscriversi compiutamente in quella forma silent che non dimentica il celebre “Clown” di Quentin Blake tra i suoi più alti riferimenti.

Con un segno sintetico che crea un’atmosfera rarefatta, l’autrice americana ambienta la narrazione di questo piccolo albo in un paesaggio di frontiera, dove spiccano le dinamiche fra i protagonisti.  
Nell’incontro inaspettato tra un clown bambino, caduto da un treno, e un vecchio agricoltore convergono molti elementi: il confronto fra le età, il trovare e perdere nuovi affetti, lo scambio di conoscenze ed esperienze come arricchimento reciproco. Il silenzio della mimica e della gestualità come portatori di una poetica delle piccole cose in grado di cambiare una vita.


Menzione speciale - Un ticket pour Shitamachi di Tadayoshi Kajino, Edizioni Lirabelle
Per la ricchezza delle tavole illustrate e la potenza dei colori, per la poesia del filo narrativo, e per lo sguardo – specialmente nel finale – fortemente evocativo.

Un ragazzo sale su un treno. Un treno-mondo, un treno-vita, “un treno carico di...”. Così inizia questo albo fortemente allegorico: i petali di fiori di ciliegio e altri simboli della cultura giapponese ci accompagnano nel viaggio della vita, in una dimensione ciclica e collettiva. 
Nello sfogliare le pagine, il lettore si trova spaesato a bordo di mirabolanti vagoni affollati, mentre scorrono il tempo e le stagioni.

Studenti Master Accademia Drosselmeier

giovedì 19 febbraio 2015

Dalla Cina con intensità



Cominciano ad arrivare libri cinesi di grande qualità. Questo illustrato dalla tedesca Sonja Danowski racconta di una nonna ammalata. Mi colpì appena ne vidi le prove allo stand cinese lo scorso anno. La bravissima illustratrice me lo mostrò con soddisfazione, lieta che i cinesi avessero scoperto la sua arte. Anche negli Stati Uniti si sono accorti del suo talento, proprio la casa editrice Creative Education le ha commissionato un libro che vedremo in fiera.
Cina, Usa, Germania, una circolazione di cultura impensabile qualche anno fa!

Grazia Gotti







mercoledì 18 febbraio 2015

In mezzo al mar


Lampedusa è in mezzo al mare, un mare affollato di donne, bambini, uomini. Un mare affollato anche di cadaveri, dei resti di quelli che, chi pattuglia quel mare, purtroppo, non è riuscito a salvare.
A Lampedusa, in due piccole stanze, nel centro del paese, una insegnante, alcuni cittadini e residenti temporanei, ma soprattutto i ragazzi dei liceo, fanno vivere, due volte alla settimana, quel luogo, in attesa di una vera biblioteca ragazzi che aspetta di diventare realtà.
Si occupano del prestito, organizzano letture, accolgono, raccontano.
Ibby Italia, dal continente, tiene le fila dell'iniziativa, si muove per far arrivare nuovi libri frutto delle richieste di non lettori diventati lettori, si muove per rendere concreto e tangibile il progetto biblioteca, un progetto di cui Ibby Italia si è fatto garante davanti alla comunità internazionale di coloro che si occupano di promozione del libro e della lettura.
A loro dedichiamo il libro firmato da Massimo Carlotto e illustrato da Alessandro Sanna, La via del pepe, in catalogo per e/o. "Finta fiaba africana per europei benpensanti" recita il sottotitolo.
E' una storia di vita e invenzione, è una storia di morte e di sopravvivenza.
E' una storia dentro alla letteratura che evoca la cronaca e lo fa trovando le giuste parole per dirlo:
"I pescatori di Lampedusa sono brava gente. Pescano pesci e profughi. Vivi o morti.
Quella volta era vivo. Amal venne soccorso, lo rifocillarono, ma quando raccontò la sua storia lo credettero pazzo…".
Per fortuna da un'altra parte del mondo alla sua storia credettero tutti e per Amal si aprì la possibilità di una nuova vita praticando l'arte del foggara. Lui al posto del nonno che non c'era più, perché la storia continui.
Silvana Sola, presidente di Ibby Italia

martedì 17 febbraio 2015

Vuoto



In portoghese Vazio significa vuoto, infatti, vuoto e incolore è il protagonista della storia senza parole (quanti silent book !) narrata da Catarina Sobral per l'editore Pato Lógico.
Vazio va a fare la spesa, compra cibi e altre cose, va dal medico e dalle sue radiografie non è possibile ricavare nessuna traccia della sua interiorità. Dopo i cibi, al museo si riempie di suggestioni artistiche. La sua trasparenza fa pensare a Perelà, l'uomo di fumo di Palazzeschi di cui si notano le scarpe con la fibbia. Qui Vazio mette in mostra un solo oggetto, una borsa rossa che spicca sul manto nevoso. Fino a che un giorno si imbatte in un altro vuoto, un personaggio che tiene in mano un libro e dalla cui foggia dell'abito si intuisce che è una signorina. Fra il vuoto dei due comincia prendere forma un cuore... 
Catarina, citata nella rubrica "Little People" di Repubblica, domenica scorsa, sta per arrivare a Bologna da protagonista: a lei è dedicata la mostra promossa dall'editore spagnolo SM e dalla Fiera.
Sono molto contenta per lei, perché sin dai tempi del suo albo Grève,  presentato alla Libreria Giannino Stoppani nel 2013, si intuiva freschezza inventiva e poesia.

Grazia Gotti

lunedì 16 febbraio 2015

Das Capital!

Ci sono libri per bambini che prendono in esame la situazione economico-politica del presente?
Che raccontano che alcuni hanno tanto e molti altri niente? Da qualche tempo cominciano ad apparire. Ne ho visti in Francia e in Inghilterra. Questo ha per protagonista il Capitale e viene dal Portogallo. Afonso Cruz ne è l'autore, mentre l'editore ė Pato Lógico.
Ieri ho letto un articolo su The Guardian sulla malnutrizione di molti bambini inglesi.

In attesa di una rivoluzione saluto gli affezionati lettori.
Grazia Gotti







venerdì 13 febbraio 2015

Due giurie per un importante premio


Il Bologna Ragazzi Award comincia stamattina i lavori che porteranno a decretare i vincitori delle categorie consuete, arricchite in occasione di Expo di una sezione speciale denominata Books&Seeds, di cui gli affezionati di Zazie hanno già sentito.
Dal  Sud Amercia, da New York, dalla Germania e dall'Italia, i giurati hanno cominciato a conoscersi ieri sera attorno ad un tavolo conviviale, con cibo e vino.
Il Fanuel Hanán Díaz da Bogotà parla italiano, oltre che l'inglese e altri idiomi, Claudia Söffner, tedesca, parla un perfetto inglese privo di inflessioni germaniche è sorprendente, Dinah Fried, da New York, parla solo inglese, anche se ha uno zio che abita a Firenze. Dinah disegna, si occupa di grafica e design ed è autrice di un bellissimo libro sulla tavola, pertanto è il punto di congiunzione con la seconda giuria, italiana, che si occupa dei 200 titoli specificamente dedicati alla terra, all'agricoltura, alla storia degli alimenti, all'arte della cucina, alla fame, ai tanti aspetti che si possono declinare a partire dal Feeding the Planet, Energy for Life, cioè il tema di Expo 2015.
Lo sguardo mondialialista  di Fanuel, unito a quello di Claudia che per la Biblioteca di Monaco si occupa dei libri in lingua inglese, il gusto estetico di Stefano Salis de Il sole 24 0re e l'occhio allenato al visivo di Dinah, passeranno in rassegna 1300 titoli.
Lavoro duro, attraverso il quale si entra a poco a poco in pagine provenienti da culture diverse.
Le rappresentanze sono tantissime: 42 paesi! Un bel viaggio!
La giuria italiana che vede insieme Gramantieri per la Biblioteca Salaborsa, Marisa Strozzi per FoodEdu, Sara Roversi di FutureFoodInstitut, Gino Fabbri, pasticciere campione del mondo,
è presieduta da Susanna Tamaro. 
Qui puoi scoprire il libro della giurata di New York, Dinah Fried.

Grazia Gotti

giovedì 12 febbraio 2015

Dall'Europa all'India Misteriosa e ritorno: storia di esplorazioni e di segreti




Mi ricordo viaggi in montagna e soggiorni ad un rifugio dedicato al Duca degli Abruzzi. Prima di avere giuste informazioni su storia e geografia il Duca me lo immaginavo come un personaggio da fiaba, una figura delle alte vette, ma meno algido della Regina delle Nevi.
Poi ho imparato che aveva un nome, che era stato esploratore e alpinista. 
E ho scoperto anche che il Karakorum era un gruppo montuoso, l'ho ritrovato sulla cartina geografica.
Il Karakorum è il luogo straordinario che muove il racconto di Enrico Brizzi per il bel libro Milo e il segreto del Karakorum, in catalogo per Laterza.
Un' avventura tra scoperte e misteri che ha come protagonista un ragazzino, Emilio, "IV B del Regio Ginnasio Garibaldi",  grande appassionato dei romanzi di Verne e Salgari.
Un diario di viaggio che porta il ragazzino fuori dalle pagine dell'amata letteratura e lo mette di fronte alla vita. Una vita di salite, di campi, di incontri amicali, di svelamenti e di giusti segreti.
E forse anche di possibili amori e di future condivisioni.


Accompagnano il testo le figure di Luca Caimmi, illustrazioni capaci di portare il lettore nei luoghi descritti, di fargli rivivere le atmosfere, di aggiungere altri punti di vista.
C'è l'inizio del '900 urbano e quello delle grandi esplorazione nel segno preciso dell'illustratore fanese, c'è un uso "caldo" dei colori capaci di trasferire emozioni e non solo descrivere fatti.
Gli originali del suo lavoro per il libro sono visibili alla libreria per ragazzi Giannino Stoppani fino a metà marzo, e domenica 22 febbraio l'illustratore. assieme a Enrico Brizzi, svelerà al pubblico i segreti sulla nascita del libro, ma non quelli del Karakorum.

Silvana Sola

mercoledì 11 febbraio 2015

Terra, lavoro, cibo, lettura



A giorni conosceremo i vincitori della sezione Books&Seeds del Bologna Ragazzi Award e potremo cominciare a lavorare per comunicare i contenuti, i pensieri, le domande che tanti libri contengono. Sarà un lavoro appassionante, che ci porterà a riflettere anche su Expo.
Intanto un vero ringraziamento alla Fiera di Bologna, grazie a chi ha ascoltato, ragionato e agito in questa direzione.


150 libri sono un bell'inizio, la base di una biblioteca tematica, uno scaffale in progress. Se riusciremo a metterlo in rete, se ne avvantaggerà tutta la comunità.
Abitare e lavorare a Bologna, per chi si occupa di libri per ragazzi è una gran fortuna.
Ricevere in casa i libri dal mondo ė un grande onore.

Grazia Gotti


martedì 10 febbraio 2015

La fine del cerchio



Venti di guerra soffiano nella nostra Europa e nel mondo, nonostante l’anniversario della Grande Guerra quest’anno e il Giorno della Memoria appena passato, ci rammentino quanto, qualsiasi forma di totalitarismo e qualsiasi conflitto armato, siano dolorosi, portatori di morte e disperazione. 
E’ soprattutto in momenti come questo che la lettura di alcuni libri, anche di generi narrativi diversi, ci aiutano a  riflettere e sembrano volerci mettere in guardia.
Beatrice Masini nel 2010 scrive lo splendido romanzo Bambini nel Bosco, affrontando un genere nuovo. Siamo infatti in un futuro non lontano, in un mondo parallelo a quello della Terra, divenuta inospitale a seguito dell’esplosione di una bomba, quel genere di bomba che mette fine a tutte le cose.
In questo luogo i bambini sopravvissuti vengono privati della loro breve memoria: non hanno più storie, non hanno più parole e quindi pensieri; sono ridotti, dagli adulti che li manovrano, a condizione di animali in branco.
Oggi con La fine del Cerchio, uscito per Fanucci Editore, l’autrice nella sua lingua poetica e intensa, ci conduce fuori dalla distopia e torna a delineare un mondo possibile. 
La Terra è sporca, è ferita ma può essere nuovamente abitata e la vita può ricominciare. A gruppi i bambini vengono portati in alcuni luoghi del pianeta accompagnati da un Anziano che li guiderà solo  per un breve periodo.
Sono bambini vuoti, privi di affetti e di pensieri ma sono svegli e voraci e devono essere nuovamente nutriti, non di cibo, ma di fiducia, di idee e di bellezza. 
Non a caso i luoghi prescelti per reinventare il futuro non sono metropoli rase al suolo o il cemento delle aree industriali ma il mare, la natura selvaggia del Continente Nero, antiche ville affrescate. La bellezza, sotto forma di arte, musica, pittura, scultura, letteratura, è una benedizione che riempie il vuoto e promuove ottimismo, coraggio, rinnovamento.
I bambini, imbevuti di tanta meraviglia, sono in grado, lentamente, di recuperare la loro dimensione sociale, non sono più branco, ma Persone che progettano, che insieme pensano e costruiscono, diventano famiglia.
C’é una riappropriazione della memoria e delle parole: mare, tempo, colori, sale, scuola, bicicletta, casa… e di antiche storie, Pollicino, Hansel e Gretel, Heidi.
“La loro debolezza, quello sguardo opaco dentro gli occhi, era solo mancanza di pensieri”.
I bambini bisogna lasciarli andare, come in quella poesia delle frecce e dei figli, sono loro la sola risorsa e speranza per un mondo più umano. I bambini vedono le cose in un altro modo. Non da più in basso ma da più in alto, da una prospettiva privilegiata. Quella che gli permette di accogliere gli altri nel proprio spazio, attraverso il gioco, la partecipazione, la capacità di risolvere i conflitti.
Sono i figli del mondo e dovremmo imparare ad osservarli meglio.
Elena Ariani
Master Accademia Drosselmeier

lunedì 9 febbraio 2015

Una bella mostra!



L'omaggio parigino a Niki de Saint Phalle ė stato commentato da Chiara Dattola su "La lettura" del Corriere della sera di ieri.
Una bellissima pagina da conservare. Anche il manifesto della mostra di Parigi è molto bello. Lo hanno ammirato file e file di persone, ordinate e pazienti per molte ore.
Grazia Gotti


venerdì 6 febbraio 2015

Illustrazione all'Accademia Drosselmeier





Ieri è cominciato il modulo dedicato all'illustrazione: dopo la mattina dedicata a Alice nelle figure, nel pomeriggio il gruppo, condotto da Marcella Terrusi, ha analizzato nuovi Silent Book provenienti da tutto il mondo e ha "giocato" a fare una giuria.
Il vincitore è il lavoro di Marla Freeze, il secondo uno straordinario albo gigante di Tadayoshi Kajino per Lirabelle.

La redazione




giovedì 5 febbraio 2015

Una biblioteca di figure per occhi attenti



"Le tavole del volume "L'uomo e i viaggi", uno dei testi della "I primi amici del bambino" (pubblicazione Salani del 1931), mescolavano un tipo di fascinazione che lasciava attoniti, a un mistero alchemico intorno alla fabbricazione. Le guardavo così ammirato da soffrire, perfino, e poi capivo che si trattava proprio di estasi, era un vero paradiso iconografico in cui entravo, vietandomi addirittura le troppe visitazioni, come se lì ci fosse davvero qualcosa di sacro, da frequentare con cautela, pieno di giustificato timore che pervade il non iniziato.
Treni, aerei, palloni, dirigibili, carrozze, palanchini, biciclette, autocarri: segni, contorni, rifiniture  [...] Tutto era nitido, limpido, solenne, però perfino giocoso, aurorale, immerso in un Luna Park elegantissimo, e anche perentorio, senza sfumature, senza tratteggi. Un'ansia lieta mi spingeva a pensare che un alchimista delle figure avesse creato una sua speciale officina, un suo tocco magico che otteneva quei contorni inspiegabili senza fare fatica, così, in un lampo o in una miracolosa creazione".
Così racconta Antonio Faeti, in La via della sgorbia, Giannino Stoppani edizioni, un incontro straordinario con le figure, la scoperta di una meravigliosa sintesi tra tecnica, contenuto e risultato finale.
Racconta l'esperienza del guardare e al "guardare le figure" (titolo di un altro importantissimo libro di Antonio Faeti, ora in catalogo per Donzelli), al ricercarle nelle pagine degli albi illustrati, o accanto ai testi di romanzi e racconti, è dedicato il modulo dell'Accademia Drosselmeier che inizia oggi.
Un modulo che mette al centro l'immagine, il visivo, un'illustrazione non agita: non il fare, ma il guardare, lo scoprire, il leggere.
Per oltre un mese si alterneranno studiosi della letteratura per ragazzi, illustratori, editor, editori, scrittori: sguardi diversi offerti come opportunità di scoperta di autori, di titoli, di contenuti, di scelte editoriali in una occasione di confronto che allena l'occhio, oltre ad altri sensi. Un viaggio dentro alla letteratura per ragazzi, tra passato e presente.

Ultimo suggerimento un libro non per ragazzi: l'ultima fatica editoriale del grande John Berger che, a ottantotto anni, con Cataratta, libro uscito per i tipi di Gallucci, racconta, in modo appassionato, la sua ritrovata occasione di visione.
Silvana Sola


mercoledì 4 febbraio 2015

The velveteen rabbit: giocattoli e illustrazione



Termina il modulo sul giocattolo all'Accademia Drosselmeier, lasciandoci innumerevoli spunti di riflessione.  Per prima cosa dobbiamo domandarci se il nostro sia un tempo che permette ai bambini di affezionarsi ad un pupazzo, o ad un oggetto. Le esigenze legate alle fasi della crescita rimangono sempre le stesse, ma ci rendiamo conto facilmente che oggi non collimano con le esigenze di mercato: gli spazi sono sempre più piccoli, i tempi si accorciano, il gioco è forte strumento di propaganda culturale e sociale, animato sempre più da stereotipi uniformanti. Se però proviamo ad indagare la letteratura troviamo una fiaba, scritta da Margery Williamson Bianco e pubblicata per la prima volta nel 1922, che ancora oggi viene letta in tutto il mondo: The velveteen rabbit (trad. italiana Il coniglietto di velluto, Macro Edizioni, 2007). Protagonista un coniglietto di velluto, che si domanda cosa significhi essere reali. L’amico cavallino prova a spiegarglielo, ed infatti il coniglietto scoprirà l’amore vero, l’amore che solo il bambino che lo ha scelto potrà provare per lui, e che lo renderà reale. In questa fiaba si parla di qualcosa che tutti riconosciamo, adulti e bambini, perché non si può dimenticare ciò che abbiamo provato per il nostro giocattolo preferito, un affetto che abbiamo sentito ricambiato ampiamente dall’oggetto stesso. Questo avviene perché l’attaccamento ad un giocattolo è il primo esercizio di trasferimento dell’affettività su qualcosa al di fuori si sé, un esercizio che insegna ad accudire mentre allo stesso tempo soddisfa un bisogno di protezione.


 Non a caso, la fiaba ci mostra infine che quando si è pronti ci si separa senza traumi dall’oggetto del proprio affetto. I bambini devono poter  vivere pienamente tutte le fasi della loro crescita, e ritornando alla fiaba ci accorgiamo che, nonostante sia stata illustrata da autori differenti (da Maurice Sendak a Komako Sakai), troviamo raffigurati sempre gli stessi giocattoli, tutti importanti in momenti diversi nella vita di un bambino. Ecco quindi la palla, la trottola, i cubi e le costruzioni, il carretto. Può darsi che gli illustratori si siano allineati finora alle prime tavole di William Nicholson, e sarebbe interessante proporre nuove belle edizioni, far interpretare questa storia ai nostri illustratori italiani e scoprire le loro rappresentazioni del giocattolo. 

Stefania Zaghi, Master Accademia Drosselmeier


martedì 3 febbraio 2015

Alfabeti, dizionari e storie di parole


Guardando alla produzione mondiale dell'anno appena finito possiamo affermare che  i libri sulle lettere e le parole sono diventati un vero e proprio genere. Nei prossimi giorni i nostri affezionati lettori potranno avere una ampia rassegna dei migliori. Oggi presentiamo un progetto tedesco composto di ventisei volumi, uno per ogni lettera. In casa Belz & Gelberg l'editoria di progetto, specie nella divulgazione, ha dato titoli di grande qualità. Questa nuova proposta riconferma la grande tradizione di opere ragionate, che prendono tempo e studio e che saranno riferimento per un po'. Ad ogni lettera si apre un mondo, una opportunità conoscitiva ed esperienzale.

Grazia Gotti