lunedì 31 marzo 2014

Non ditelo ai grandi



Tanti bambini e ragazzi alla libreria del Padiglione 33 della Bologna Children's Book Fair,
finalmente! Sono venuti con i genitori il sabato e la domenica, con le classi gli altri giorni.
Hanno visitato mostre, partecipato a laboratori, incontrato autori e comprato libri.
Hanno fatto la fila alle casse, insieme agli adulti che aspettavano carichi di albi illustrati provenienti da diversi paesi. Non sono ancora in grado di conoscere con esattezza i nostri best seller, ma a occhio direi che Jeffers, Alemagna, Friot, e tutti i titoli del Bologna Ragazzi Award sono andati fortissimo. Molto bene anche i cataloghi delle mostre e le riproduzioni della francese La maison est en carton. Fra i libri per piccoli fortissimo l'editore Les Grandes Personnes e l'autore Xavier Deneux che abbiamo festeggiato anche in libreria con un sontuosissimo party.
I Teen Agers sono venuti con le classi, classi molto interessate alla letteratura: 100 ragazzi del liceo Galvani hanno incontrato Bernard Friot per un lavoro sulla traduzione di cui Bernard è tutor,
Altri gruppi hanno lavorato con Paolo Nori, Luigi Garlando ha incontrato con i ragazzi delle medie,
David Almond con un pubblico numeroso e attento. Ho seguito i tre appuntamenti dedicati alla permanenza del classico, promossi in collaborazione con Il Centro La permanenza del classico, della nostra Università. Lezioni bellissime con materiali visivi e la voce di autori quali Laura Orvieto e Mino Milani. Fra gli incontri professionali, quello con il ministro brasiliano e i nostri tristi rappresentanti, è stato illuminante e sconcertante insieme. The Shop Around the Corner, con tanti librai è stato utile per il confronto con la Francia. Abbiamo salutato la neonata libreria di Reggio Emilia "Il Semaforo Blu" (la nostra regione è fortissima, Bologna, Vignola, Carpi, Rimini, Reggio Emilia, tutte realtà dinamiche e creative). Mi ha dato tanta soddisfazione anche l'incontro dedicato al tema del cibo: competenza, progetti, voglia di fare rete. La neonata fondazione milanese Foodedu è da salutare con interesse, così come il bolognese Centro Gruber. Il verde è stato curato con la solita cura da Nadia Nicoletti che sta preparando l'orto del Nido Mast, la realtà educativa più avanzata d'Italia, curata da Reggio Children e dalla Cooperativa culturale Giannino Stoppani. Marisa Strozzi, responsabile della sezione educativa di CoopAdriatica, ha allestito una splendida cucina, e ad Artivity si sono espressi in tanti, troppi per citarli tutti, da Komagata a Clementina Mingozzi di cui abbiamo presentato i bellissimi lavori sugli haiku. Anche la libreria dedicata ai classici, che ospitava le tavole di Federico Maggioni è stata molto frequentata e tanti tascabili si intravedevano dalle shopper trasparenti. Lo Sport ha attratto sia gli insegnati che i ragazzi che timidamente hanno provato la scherma e il pallone da rugby, mentre il pubblico della Danza ha confermato la sua presenza. Il cielo del planetario è stato preso d'assalto, caloroso il pubblico al Premio Pippi e all'incontro Masini-Pitzorno, un regalo inaspettato, che ha lasciato nel cuore di molti un segno indelebile della straordinaria capacità affabulatoria di Bianca.
Qui alcune foto non di grande qualità ma utili alla documentazione.
Grazia Gotti






giovedì 20 marzo 2014



"It's been a hard day's night, 
and I'd been working like a dog"
(- The Beatles, 1964)

Anche noi in redazione stiamo lavorando moltissimo in occasione della Settimana del Libro e della Cultura per Ragazzi che riempirà il Pad33 della Bologna Children's Book Fair (mi raccomando, però, #nonditeloaigrandi !).

La lista degli appuntamenti è lunghissima, ma lasciate libero un angolino della vostra giornata, perché potrete vedere... i Beatles!
Sabato 22 Marzo alle ore 17.00 i riflettori della sala Teen Track saranno tutti puntati sul nuovo picture-book targato Mick Manning e Brita Granström, edito da Frances Lincoln Children's Books.
Io e Grazia Gotti duetteremo nello spazio adolescenti per presentare al pubblico questa nuova compilation di pagine illustrate che hanno per soggetto la vita della rock band più famosa del mondo.
Gli autori purtroppo non saranno presenti, poiché sono impegnati in un tour proprio come delle vere rockstar, ma ci hanno concesso delle illustrazioni tratte dal loro libro, che potrete vedere proiettate su un maxischermo durante la presentazione - esattamente come ad un concerto!



"The Beatles" è una raccolta di illustrazioni che ricorda l'album fotografico di due fan accaniti, seguendo la storia dei Fantastici Quattro di Liverpool dagli albori fino al grande successo. In un susseguirsi di immagini e date memorabili, potrete ritrovare i titoli delle canzoni che hanno dato inizio alla storia del Rock Britannico e scoprire come sono state composte. Ogni pagina è un giro di LP in cui John, Paul, George e Ringo vivono le avventure che li hanno condotti ai vertici delle classifiche.
Lo stile di Mick e Brita non ha nulla da invidiare alle foto d'epoca, riproponendo in modo colorato e sgargiante tutti i volti della Beatlemania. Per mezzo di acquarelli, pastelli, matite e pennarelli, guidano i lettori in un percorso cronologico attento, da quando John Lennon strimpellava l'armonica alla famosa fotografia sulle strisce pedonali di Abbey Road.
Canzone dopo canzone, pagina dopo pagina, The Beatles è un libro prezioso per i nostalgici del Rock e per i nuovi appassionati, un disco di platino immancabile sugli scaffali.



All you need is Love è sempre attuale, e noi lo aggiorniamo aggiungendo you need Books as well.
Vi aspettiamo numerosi!

Francesca Farinelli

mercoledì 19 marzo 2014

Rebecca Cobb



Ieri sono stati annunciati i titoli selezionati della Greenaway Medal, lo storico premio che i bibliotecari inglesi assegnano all'albo illustrato. Si contenderanno la medaglia Oliver Jeffers, Jon Klassen ( che combatterà anche contro se stesso), Dave McKean, Olivia Gill, Birgitta Sif e Rebecca Cobb.
I primi, maschi, sono star del mondo dei libri per ragazzi, mentre le signorine rimangono più nell'ombra. Ad esempio Rebeccca Cobb, che io apprezzo molto, paga il suo stare dalla parte dei piccoli romanzi d'infanzia che sono i picture book che vedono i bambini protagonisti, un genere che non sempre appassiona la critica né gli appassionati di figure.

Io continuo a guardare con affetto a questo genere di storie illustrate che trasmettono vicinanza alla vita infantile, ai temi, alle occasioni che  accompagnano la crescita. Mi pare che questo genere di libri si possa considerare una sorta di amico dei  bambini, specie per i tanti che vedo e che non mi sembrano felici, per molti motivi, come genitori immaturi e distratti, oppure troppo presi da loro stessi e incapaci di darsi con generosità, impazienti di aspettare lo sviluppo anche lento della crescita.


Sarà che sono vecchia, sarà che molti miei amici non hanno figli, sarà quel che vedo in libreria o in altri luoghi, ma quando capito dentro un libro per bambini del genere che ho cercato di descrivere, mi sento a mio agio, pronta ad accostarmi ai bambini con qualcosa che ha senso per me e per loro.
La nursery inglese mi pare mantenga le sue radici, ma resta un'isola appartata che poco dialoga con il resto d'Europa. Pensate alla coppia Oxenbury Burningham, hanno tanti libri, ma ben pochi tradotti.
E per quanto tempo il pubblico ha aspettato A caccia con l'orso...chissà perché?

Grazia Gotti

lunedì 17 marzo 2014

Pensare, verbo da riconiugare


Cari e affezionati lettori, la fiera è in arrivo, i programmi delle mostre e degli incontri, sono pubblicati, i media hanno cominciato a dire la loro. Una mostra dedicata ad Ugo Fontana ha fatto la parte del leone sull'inserto del Corriere. Gli adolescenti, quelli molto cattivi, o quelli cattivi a metà, hanno guadagnato la scena, e le ragazze madri adolescenti fanno da contraltare. In mezzo ai fenomeni, a quelle che vengono definite le tendenze, ci sono i libri solitari, quelli che se ne stanno in disparte, non certo per loro timidezza. E così, come sempre, devo contare sulle mie forze, sulla mia vista, sul mio tempo e sul mio pensiero. Allora infilo nella borsa un piccolo libro giallo di Anna Vivarelli con le vignette di Vanna Vinci.  Alle cinque del mattino, riposata, con gli occhi aperti e vigili lo prendo in mano e leggo tutto fino alla fine, con un godimento che non provavo da tempo. L'ammirazione per Anna Vivarelli mi commuove. Il valore di questo libro è immenso, dal punto di vista letterario, pedagogico e politico. Vorrei ritornare maestra ed avere un anno di quinta elementare per preparare il passaggio alle scuole medie.
Alla mostra dei Valvoline, Vanna Vinci me lo aveva consigliato, "è roba buona", giudizio un po' sbrigativo ma ci si intende al volo. Grazie Vanna, grazie Anna.
Grazia Gotti 

giovedì 13 marzo 2014

Fuorigioco


Faceva parte della Wunderteam, la squadra delle meraviglie, la nazionale austriaca che sul campo riusciva sempre a stupire. Si chiamava Matthias Sindelar, ma per tutti era Der Papierene, ovvero carta velina, chiamato così per la costituzione fisica esile. Era nato nella Moravia austriaca, entrato nel mondo del calcio quasi per caso e diventato presto l’idolo dei tifosi.
«Era cresciuto senza scarpe e soffrendo la fame. Kalman Konrad lo aiutò a diventare il finissimo rapsodico del calcio. Uno stelo appeso a due occhi azzurri che saettava come una freccia verso i gol più meravigliosi» così di lui parla, in un articolo riportato in rete, Vladimiro Caminiti, penna felice del giornalismo italiano che dal quotidiano “L’Ora”, passò alla stampa sportiva.
L’eleganza in campo, l’imprevedibilità, l’estro trasformeranno presto il soprannome di Matthias in Mozart del pallone.
E il Mozart del pallone si presenta in campo anche il 3 aprile del 1938. Indossa la maglia della nazionale austriaca: la squadra avversaria è la Germania che ha da poco annesso “pacificamente” l’Austria.
La partita si conclude con un 2 a 1 in favore dell’Austria. Il nuovo protocollo esige il saluto con braccio alzato, ma Sindelar si rifiuta (con lui anche il compagno di squadra Sesta). E il suo gesto infiamma quella parte del popolo austriaco che non vuole sottostare alla legge del più forte.
Un anno dopo in uno strano incidente, la Gestapo parla di avvelenamento da monossido di carbonio, Matthias e la compagna Camilla Castagnola, ebrea italiana, vengono trovati morti nella loro abitazione. I loro corpi sono fatti sparire in fretta...
Frabrizio Silei, in Fuorigioco, libro in catalogo per Orecchio Acerbo, da voce ad un bambino tifoso della nazionale austriaca, affascinato dall’ascesa Hitler, per raccontare la storia del grande calciatore Sindelar.
Le parole diventano figure: Maurizio A.C.Quarello ripercorre la vita di Matthias Sindelar, la strada, la miseria, l’incontro con il campo da calcio, le prodezze, il successo.
Silvana Sola

dal catalogo della mostra a cura di Giannino Stoppani Cooperativa Culturale, in collaborazione con il MIUR - Direzione Generale per lo studente e l'Istituzione Bologna Musei, Sport. Figure e parole dai libri per ragazzi, che inaugura martedì 25 al Museo Civico Archeologico.

mercoledì 12 marzo 2014

Gary Paulsen



Fra le tante novità primaverili sugli scaffali mi colpisce il ritorno del grande Gary Paulsen.
Mi piaceva molto leggerlo, consigliarlo agli insegnanti, dialogare con i ragazzi che lo leggevano.
Una letteratura intrisa di carne e sangue, di vita, di natura, di avventura. L'eco di London ancora vitale ma una personalissima filosofia, una bildung costruita con saggezza e serenità. Il ricordo delle cose passate, tenuto a mente senza nostalgia, l'occhio vigile sui cambiamenti, il controllo umano sulle possibilità di esistenze dure ma libere. Individualismo e pragmatismo americano coniugati insieme al senso della comunità e a valori etici. Grande Nord, Alaska, dove Paulsen ha vissuto prima di trasferirsi in New Messico. Ora attendiamo le ristampe di tutti i titoli che abbiamo letto e amato negli anni felici delle grandi collane per ragazzi Mondadori. Ricordate? "Junior", "Super Junior", "Avventura", "Gaia"...
Grazia Gotti

martedì 11 marzo 2014

News dalla Fiera


Cari e affezionati lettori
non ci siamo dimenticati di voi nonostante Non ditelo ai grandi, il programma per la fiera, assorba le nostre energie. Volevamo cominciare a ringraziare tutti quanti stanno collaborando con entusiasmo, autori, illustratori, editori, giornalisti, insegnanti, amici dei libri e dei ragazzi.
L'onda di entusiasmo sta montando, in arrivo libri bellissimi, premi, opere prime, freschi di stampa... potete cominciare a prendere visione del programma in rete, bussando alla porta della Bologna Children's Book Fair.
La redazione
Zazie

Immagine inedita di Se Young Park, Corea, selezionata per la mostra "Lettori di carta"


lunedì 10 marzo 2014

Opere atletiche



Ero all’Università quando scoprii, nella bella collana einaudiana “Cento Pagine”, il romanzo breve di Edmondo De Amicis, Amore e ginnastica (oggi pubblicato in "Einaudi Tascabili").
Lo stesso romanzo che regalai ad una bravissima insegnante di educazione fisica incontrata durante la mia esperienza scolastica, con la quale avevamo ideato un programma di compresenza tra storia, letteratura e sport. In questi giorni invece, mentre lo scaffale della mostra Sport. Figure e Parole dai libri per ragazzi si arricchisce di titoli, ha ripreso in mano Art & Sport, il libro n catalogo per la casa editrice francese Palette, che mette in pagina artisti che hanno guardato allo sport e lo hanno rappresentano nelle loro opere.


L'indice ci offre una galleria che fa incontrare i ciclisti in sosta di Léger con il dinamismo in bicicletta di Boccioni. Che propone al lettore la straordinaria memoria fotografica di Eadweard Muybridge, datata 1887, e, sequenza dopo sequenza, ci fa partecipare ad uno speciale salto con l’asta.
Un libro che riporta la meraviglia della statua greca, in bronzo, del Pugilatore a riposo, custodita del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e la tridimensionalità dell’opera di Alain Séchas che guarda, con ironia, alla boxe.
Un viaggio che affianca la bellezza del gesto alla coralità delle azioni di gruppo, alla concentrazione dell’atleta, alle armonie dei corpi: nella galleria di carta opere che l’autore del libro, Nicolas Martin, fa viaggiare nel tempo e nello spazio, invitando ad allenare lo sguardo, seguendo il pensiero degli artisti.
Silvana Sola

Al padiglione 33 atleti e scrittori per ragazzi che raccontano lo sport incontreranno il giovane pubblico

venerdì 7 marzo 2014

Non ditelo ai grandi

Vi invitiamo a leggere l'articolo di Anselmo Roveda su Andersen.
Buona lettura
La redazione

#nonditeloaigrandi

giovedì 6 marzo 2014



Alzarsi dal letto la mattina e riordinare i cassetti? Tagliare il prato un po' troppo alto? Lavarsi bene bene i denti e, perché no, lavare bene bene anche l'auto di papà? Non sono cose che fanno per Lincoln Green!
Il piccolo Lincoln ha troppo da sbrigare: c'è il pisolino pomeridiano, il girotondo sul bordo scivoloso della piscina e mille bottiglie di bibita frizzante da scolare!
Ai compiti noiosi impartiti dalla mamma ci pensa... Lincoln-sa-chi. Qualcuno che gli somiglia perfettamente. Un clone. SNAP! Nemmeno la sua stessa mamma saprebbe notare la differenza tra lui e Lincoln-sa-chi.
Ma, se un Lincoln preferisce bighellonare, anche il suo alter ego non è da meno. E così, davanti ad uno steccato un po' troppo lungo che dev'essere ASSOLUTAMENTE ridipinto di bianco, Lincoln-sa-chi cede alle lusinghe della progettazione di un Club-qualsiasicosa-su-nel-cielo insieme ad un amichetto.
...E i lavoretti di casa, dunque, a chi toccano?

Standing in for Lincoln Green, edito in Inghilterra dalla HarperCollins Children's Books, è il terzo libro che vede David Mackintosh nel ruolo di scrittore-illustratore. E' un coloratissimo hardcover di 32 pagine, riempito di tutti quei dettagli che popolano anche le camerette dei giovani lettori.
Con un tratto infantile, ma studiatissimo, tra matita fluida e lineare e caotico collage di carte acquerellate e piccoli elementi digitali, Mackintosh lascia uscire da un grande specchio ovale la figura piccola e paffutella di Lincoln-sa-chi. Ma anche Lincoln Green stesso riesce a saltellare fuori dalle pagine, con la stessa indole giocosa e un po' nullafacente dei bambini.
Bianchi narrativi ed elementi caoticamente ripetuti si alternano tra passatempi e compiti da svolgere, ricordando lo stesso gioco "a rovescio" tra Alice Liddel e la poesia del Ciarlestrone letta attraverso lo specchio.
Mackintosh si occupa anche del lettering, bizzarro e grafico, capace di rendere lo stesso tono colorito ed esagerato dei bambini che devono obbedire SUBITISSIMO agli ordini della mamma, ma che sognano di poter passare tutto il giorno nel loro CLUB SEGRETISSIMO con gli amici.
Una lettura piacevole e una preziosa collezione di immagini, per insegnare sia ai grandi che ai piccini che, molto spesso... chi fa da sé, fa per tre.
Francesca Farinelli

martedì 4 marzo 2014

Pensando a Mario e alla cultura pedagogica italiana



Ascoltando le parole di quanti ieri alla radio hanno ricordato Mario Lodi, leggendo gli articoli sulla stampa quotidiana, mi sono ritornati tanti pensieri sulla scuola, sui libri, sulla lettura, sul pensiero pedagogico.
Mario era molto letto a scuola, il suo Cipì è un long seller che si attesta accanto a libri come Favole al telefono, ed è legittimo considerarlo un classico contemporaneo. Ma più che dalla letteratura la notorietà di Mario deriva da quell'aura di maestro che ha osato immaginare una scuola diversa, una scuola che pone il bambino al centro e gli dice disegna, colora, dipingi, scrivi, fai il giornalista, il cronista della tua vita. Ha poi trovato in casa Einaudi, anche lui come Rodari, gli interlocutori per il suo Il paese sbagliato. Il ricordo di Mario risale ad una fiera del libro per ragazzi di una decina di anni fa. Era l'ultimo giorno di fiera, ero delusa e amareggiata perchè molti editori stranieri avevano smantellato gli stand prima del tempo convenuto.
Avevo sulla mia lista ancora alcuni titoli da ritrovare. Mario non capiva il mio disappunto, mi guardava con sorpresa e meraviglia e mi disse che in tanti anni di fiera non aveva mai visitato i padiglioni degli stranieri. Fu in quel momento che capii che l'amore degli einaudiani per le scuola della maestra Maltoni e quella di Mario, si fermava ad alcuni aspetti, pure importanti, ai principi di scuola attiva che vede il bambino produttore di cultura, ma dal mio punto di vista una cultura che se da un lato salvaguarda le radici, tiene anche ancorati, a volte troppo chiusi nel recinto della propria tradizione e poco si apre al confronto con il mondo. Io ho sentito che gli einaudiani non hanno mai sposato una pedagogia moderna, aperta al mondo, alle arti, alla cultura, alla tecnologia, al futuro, senza abbandonare la tradizione, sono stati un po' troppo di sinistra come di chiesa, è mancato lo spirito più aperto della fenomenologia, non hanno letto Bertin, non hanno fatto propria la sua lezione. Sono rimasti nei padiglioni italiani, senza mai avere la curiositá di varcare altre soglie.
Grazia Gotti

lunedì 3 marzo 2014

Una giuria fatta in casa




Venerdì 28 febbraio, durante una lezione del master dell’Accademia Drosselmeier, noi studenti siamo stati gli improvvisati giurati di un premio al Silent Book. Dopo aver sfogliato ed esserci passati di mano in mano i libri senza parole pervenuti quest’anno al Bologna Ragazzi Award, siamo riusciti (abbastanza incolumi) a selezionare una prima rosa di preferiti e, tra questi, a votare tre vincitori e due menzioni d’onore. Non è facile, anche quando si tratta di una giuria per gioco, ritrovarsi d’accordo sul segno di un illustratore o sulla bellezza e originalità di una storia, ma il nostro primo premio ci ha visti votare all’unanimità in suo favore. Con Marcella Terrusi abbiamo analizzato le nostre scelte e vi abbiamo ritrovato caratteristiche presenti frequentemente nei Silent: il tema del movimento (legato al tempo, così come alla metamorfosi, alla crescita e alla migrazione), il tema dell’incontro, l’organizzazione dello spazio della pagina, lo spazio vuoto come spazio narrativo, la circolarità della narrazione, la relazione che si crea tra lettori oltre a quella tra libro e lettore. Riprendendo gli studi di Ardigò, pedagogista di inizio Novecento, Marcella Terrusi ci ha fatto soffermare sull’importanza delle immagini nel rendere visibile ciò che non ci è possibile cogliere con i sensi: il movimento troppo piccolo dinamico (come, per esempio, il battito d’ali di un colibrì) e il movimento troppo grande dinamico (lo sbocciare di un fiore o il movimento dei pianeti). I Silent Book riescono, attraverso il linguaggio delle immagini, a rendere visibile queste categorie quasi inafferrabili. Resta comunque il mistero di questo neologismo che, come ci ha ricordato Grazia Gotti, solo noi italiani usiamo, senza sapere chi lo ha inventato. Per concludere la lezione sui Silent Book, Marcella Terrusi ci ha guidati in una lettura condivisa di Flotsam e di Tuesday di David Wiesner, vincitore di tre medaglie Caldecott e autore imprescindibile in un discorso sui libri senza parole.  




Ecco qui di seguito i nostri premi che vedono soprattutto l’infanzia protagonista, con la sua capacità di creare mondi fantastici, di viverli e poi tornare alla realtà. Viene in mente Max, re dei Mostri Selvaggi, d’altronde Sendak lo sapeva bene: “Children do live in fantasy and reality; they move back and forth very easily in a way we no longer remember how to do”.

I premio 
Renato Moriconi, Barbaro, Companhia das Letrinhas, Brasile 2013
Motivazione:
Immagine e immaginazione stringono appieno in queste pagine il loro legame, alimentandosi a vicenda, in un racconto di grandi imprese, come solo un bambino sa viverle. Un guerriero affronta con coraggio nemici, draghi, fiamme e mostri marini senza batter ciglio; quando la sua corsa termina, muta l’espressione del suo viso e compare presto un pianto disperato, fino allo svelamento finale della narrazione, che stupisce e diverte il lettore. L’albo senza parole narra con il movimento, seguendo il soldato barbaro su e giù all’interno delle pagine e contemporaneamente seguendo la linea orizzontale della lancia e della corsa del cavallo al galoppo attraverso l’avventura. 

II premio
Nayul Kim, Jump up, Somebooks, Repubblica di Corea, 2013
Motivazione:
Un’opera prima già matura per la qualità della rappresentazione e per la capacità di raccontare, attraverso una narrazione semplice, la gioia e l’amicizia nel gioco condiviso. Jump up, il cui titolo guida sin dalle prime pagine la lettura, riesce a valorizzare, sfruttandone le possibilità, l’unità narrativa della doppia pagina nell’albo illustrato. Un panda e un lemure sono in volo (anche se, inizialmente, non sappiamo come facciano), uno nella pagina sinistra e l’altro nella destra, e si alternano in alto e in basso fino a quando non riescono a coordinare il loro salto e a incontrarsi sulla linea che divide le due pagine (per poi poterla oltrepassare). Con le sue incisioni, Nayul Kim riesce a esprimere il divertimento nel gioco, l’empatia tra i due personaggi, attraverso lo scambio di sguardi prima ancora del contatto fisico. 

III premio 
Aaron Becker, Journey, Candlewick Press, Stati Uniti d’America, 2013
Motivazione:
Una storia ricca e complessa, un vero e proprio romanzo d’avventura affidato esclusivamente alle immagini, una porta aperta sull’Oriente e sul fantastico. In Journey, sua opera prima, Becker mette a frutto il suo lavoro d’artista nel cinema di animazione e i suoi innumerevoli viaggi per regalarci un inno all’immaginazione: ciò che si può immaginare esiste. Una ragazza che si annoia a casa, messa in disparte da famiglia e amici, disegna grazie a un magico gessetto rosso (come la matita viola di Harold negli anni Cinquanta) una porta che dalla sua stanza la farà entrare in un altro mondo dai colori ben più accesi e vari di quello appena lasciato. L’immaginazione non è una condanna alla solitudine, un’evasione o fuga nel sogno, e l’incontro con l’altro permette di riprendere il viaggio in due, ognuno con il suo gessetto. 

Menzioni: 
Mark Pett, The Boy and the Airplane, Simon & Schuster, Stati Uniti d’America, 2013
Poong Mihwa, Bone, Somebooks, Repubblica di Corea, 2012




Per leggere o ascoltare qualcosa in più sui Silent Book, on line trovate una lezione di Marcella Terrusi presso l’Università di Bologna e due suoi recenti interventi per la rivista Andersen (la traduzione della prefazione di Shaun Tan al volume Visual Journeys Through Wordless Narratives. An International Inquiry With Immigrant Children and The Arrival e un breve reportage da Lampedusa per Labibliotecacheverrà di Ibby Italia).  
Enrica Colavero

In Fiera, al padiglione 33, potrete leggere tantissimi Silent Book, ma #nonditeloaigrandi