lunedì 27 febbraio 2012

Biblioteche

Dopo il post sulla biblioteca di Ravenna torniamo sull’argomento sollecitate ed impressionate dai servizi di Rai Tre di ieri sera. Iacona ci ha mostrato gli Archivi di stato, Brera, Cinecittà e alcune biblioteche. Mentre la cultura del Grande fratello, quella di Maria de Filippi, e quella del centro destra milanese permeavano la società italiana, alcune città grandi, medie e piccole continuavano a progettare spazi per la cultura e biblioteche.
La Biblioteca SalaBorsa Ragazzi di Bologna, rappresentata da Tiziana Nanni, bucava il video con i suoi spazi pensati per le diverse necessità dei piccoli lettori, degli adolescenti, e del pubblico in generale, ma anche quella di Montebelluna, vista sul blog di Topipittori, avrebbe reso bene l’idea di un buon servizio per la comunità, come la biblioteca di Firenze.
Da mettere sugli scaffali delle biblioteche di casa, in quelle scolastiche, in quelle pubbliche a cui fosse sfuggita l’uscita, nel 2005, di un racconto a fumetti, Mark Alan Stamaty, La Bibliotecaria di Bassora, Sperling & Kupfer Editori, dedicato ad una bibliotecaria speciale.
Nell’Iraq delle bombe, dell’invasione, della sofferenza e della soppravvivenza, Alia Muhammad Baker direttrice della biblioteca di Bassora, preoccupata del destino dello straordinario patrimonio bibliografico che la bilioteca custodisce, decide un modo per salvare i libri dalla distruzione. Inizia a trasportarli a casa propria, poi in un ristorante, aiutata da tutti quei cittadini, istruiti e analfabeti, che nel suo gesto riconoscono un atto nobile di difesa dell’identità culturale.
Oggi si potrebbe fare un nuovo racconto a fumetti (ma anche un romanzo o un picture book), ambientato in Italia che dichiara l’importanza del libro e della lettura, che sottolinea che “leggere ti rende meno povero”, che narra di biblioteche come luogo d’incontro e di scoperta, che parla di cultura difesa e condivisa.
Sarebbe rivoluzionario.
Grazia Gotti
Silvana Sola

1 commento:

  1. E allora che rivoluzione sia! Tutto molto vero, e anche molto triste, continuiamo a parlarne, grazie!

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