Raccontare l'Italia degli anni '70, raccontare il clima degli anni di piombo insanguinato da stragi e attentati, è difficile.
Raccontarlo agli adolescenti senza cadere nella superficialità di una cronaca veloce o nelle difficoltà di un'analisi approfondita degli eventi, lo è ancora di più.
Ma Sofia Gallo c'è riuscita. Il suo romanzo, Il diritto di volare, uscito nel catalogo Giunti, racconta il periodo che va dal 1969 al 1977 con la consapevolezza della responsabilità politica del narrare.
Il libro delinea una protagonista che si muove prima confusa, strattonata da due mondi che si fronteggiano, poi consapevole delle scelte fatte. Lo fa con una penna capace di diventare cassa di risonanza a quella Storia che fatica ad entrare nei manuali, rimossa o poco conosciuta.
Sono gli anni dei segreti di stato, ma anche del fervore politico e dell'anelito al cambiamento.
Sono gli anni dei referendum che modificheranno alcuni comportamenti della vita civile, gli anni della contestazione e del delitto Moro.
Sofia Gallo racconta le donne e gli uomini, i luoghi e i sentimenti, la paura e la rabbia, l'attesa e il dubbio. Si interroga sulle ideologie e sottolinea l'importanza delle scelte individuali, la necessità di mantenere un'autonomia nel pensiero e nell'azione.
Ho fatto l'università, a Bologna, nel 1977; andavo in facoltà passando accanto ai carri armati, ho partecipato alle manifestazioni e discusso, in aula, i temi di una contestazione dalle mille facce.
Nel libro di Sofia Gallo ho trovato la storia recente, raccontata senza proclami o l'esaltazione del megafono. Un romanzo dedicato ai ragazzi che invita a pensare, a riflettere, a discutere.
Silvana Sola
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