Se ne è andato l’autore del romanzo più noto al grande pubblico dei ragazzi scolarizzati, specie liceali.
La grande stampa ci ragguaglia con meticolosa precisione sul percorso del giovane Caulfield nell’isola di Manhattan. Dove andava a scuola la sorellina Phoebe? E’ importante? Pagine e pagine di articoli noiosi. Penso all’attacco di un racconto di Tommasi di Lampedusa dove si puntualizza che nel tardo autunno del 1938 tutti i giornali erano uguali. E’ un incipit che dispone immediatamente alla malinconia e al ricordo di un passato nel quale i giornali erano forse diversi.
“Nell’albergo c’erano novantasette agenti pubblicitari di New York e tenevano le linee talmente monopolizzate che la ragazza del 507 dovette attendere la sua chiamata da mezzogiorno fin quasi alle due e mezzo. Ma non rimase con le mani in mano. Lesse in una rivista femminile un articolo intitolato Il sesso: paradiso... o inferno. Lavò il pettine e la spazzola. Tolse la macchia dalla gonna del tailleur nocciola. Spostò il bottone sulla camicetta di Saks. Strappò due peli da poco spuntati alla superficie del neo. Quando finalmente la centralinista fece il numero della sua stanza, se ne stava seduta nel vano della finestra e aveva quasi finito di laccarsi le unghie della mano sinistra.”
Novantasette agenti pubblicitari; ecco trovata una possibile chiave per capire come sia potuta venire in mente agli sceneggiatori contemporanei la serie televisiva più premiata e amata dai cinefili, Mad Men. Ma i media e i libri non li confronta più nessuno. E nemmeno i racconti vengono tanto apprezzati.
I novantasette agenti pubblicitari si trovano nel racconto di Salinger Un giorno ideale per i pescibanana. Io l’ho ascoltato dalla voce del Prof. Antonio Faeti, in un’aula universitaria straripante di studenti e di auditori. Bizzarro pensare alla lettura di un racconto “a lezione”, come si usa dire. Le lezioni di Faeti erano davvero bizzarre, dai pescibanana alle diapositive che spaziavano dal protofumetto all’ultimo disegnatore francese, dai classici del cinema alle cinematografie contemporanee. Ed ancora le mostre, sempre puntualmente passate al vaglio critico, e insieme a tutto questo tanti libri.
E’ il 2010 e i giornali sono, da tempo, di nuovo tutti uguali.
Grazia Gotti
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