Al primo sguardo 29 Liv sembra un libro di medio valore. Poi, sfogliandolo, si scopre una grandiosità che aumenta di pagina in pagina. 29 lettere per 29 mestieri. Alf fa l’architetto, Beate la bibliotecaria, Didrik il detective, Gunnar il giardiniere, Pia la poliziotta, Vera la veterinaria, William il webdesigner, Zacharias lo zoologo. Le altre lettere che con coincidono con la lingua italiana presentano mestieri quali l’ostetrica e intanto si vede un parto in diretta con il piccolo ancora attaccato alla madre dal cordone ombelicale, un cantante d’opera che urlando a squarciagola disegna una o perfetta con la bocca, mentre nella pagina a fianco l’urlo di Munch è deformato.
Nella biblioteca di Alf, l’architetto, ci sono tanti libri e quello abbandonato sulla poltrona è dedicato a Tadao Ando. Sfogliavo questo libro da giorni e cercavo di capire quanto lavoro fosse necessario per cambiare le lettere e i mestieri per una eventuale edizione italiana e lo avevo lasciato sul mio tavolo da lavoro.
Ieri è venuto in Accademia Drosselmeir, come visiting professor, Martin Salisbury, docente di Illustrazione alla scuola d’arte di Cambridge, appena lo ha preso in mano con gioia mi ha raccontato un sacco di cose su Kristin Roskifte, designer e illustratrice, ora divenuta editrice con il marito. Magikon è il nome della loro casa editrice. Viva gli indipendenti! Colti, simpatici e attenti ai bambini. Questo libro sui mestieri è un magnifico esempio. Il tema del lavoro è importante, anche per i bambini. Calvino, nelle sue note sul fare i libri, già molti anni fa auspicava una collana dedicata al fare, alle imprese, perché sentiva che il lavoro stava perdendo forza come valore primo nella vita degli uomini.
Grazia Gotti
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