Marco Dallari indagherà, con loro, il senso di identità (personale, culturale, etnica, sessuale…) che presuppone la relazione sociale. Relazioni sociali che, per l'essere umano, animale simbolico per eccellenza, consistono anche nella costruzione di competenze relative agli alfabeti verbali e iconici della storia e della cultura a cui appartiene, e le immagini (dalle illustrazioni degli albi ai repertori delle arti visuali) sono fondamentali per costruire modelli e figure dell'immaginario, del pensiero simbolico e della coscienza autobiografica.
Pensando a questo percorso, ma anche fuori da qualsiasi itinerario pedagogico visivo, la mia proposta è la lettura di un libro che trovo davvero speciale. Scoperto prima in francese e poi in inglese, salutiamo ora l'edizione italiana, La grande storia di un piccolo tratto, in catalogo per l'editore fiorentino Clichy.
Una storia, firmata dallo straordinario Serge Bloch, autore unico, che fa incontrare un piccolo tratto, abbandonato sulla strada, e un bambino.
Il tratto è apparentemente piccola cosa, ma diventa da subito materia viva, stimolo e prezioso aiutante capace di dare forma alle emozioni, ai sentimenti, ai luoghi, alle storie.
Bambino e tratto cresceranno insieme, insieme disegneranno il mondo, condivideranno il peso dei momenti bui e la solarità degli incontri gioiosi.
E poi, generosamente, il piccolo tratto si troverà casualmente di nuovo sulla strada pronto per essere accolto da un altro bambino/a per permettere alla storia un nuovo cominciamento.
Il libro è un dichiarato omaggio di Bloch a grandissimi del segno e del disegno, da Saul Steinberg a Topor, da Paul Klee a Sempé, da William Steig a Tomi Ungerer e a molti altri ancora.
Silvana Sola


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