mercoledì 29 giugno 2016

Con Dahl viaggio nel Paese dei Baiocchi



Ieri mattina all'alba i miei edicolanti (sono in tre e si alternano durante la giornata e anche per le domeniche) mi hanno accolta chiedendomi se avrà successo la campagna Dahl. Ho risposto loro che me lo auguro, per i tanti ragazzi che potrebbero trovare fra le pagine dei romanzi sottolineature utili per smascherare l'ipocrisia, la malvagità, la stupidità adulta. Anche certi ragazzi sono visti attraverso la lente della critica, si pensi ai vincitori del biglietto ne La fabbrica di cioccolato, primo libro dei quattordici che usciranno in edicola. Il titolo del paginone di Repubblica evoca un viaggio nel Paese delle meraviglie, che scemenza! E l'articolo comincia dal successo, unica cosa che davvero conta! Noi poveri librai contiamo poco, anche quando ci mettiamo in moto per celebrare un grande scrittore ( che significa adoperarsi per farlo leggere, promuovendo corsi di aggiornamento nelle scuole, incontri in librerie e biblioteche ). Non sono mai stata contraria ai libri nei giornali. Quando esplose il boom dei collaterali, mai passati in Francia per la difesa delle librerie, pensai fosse cosa buona, considerando che il territorio italiano era così mal servito e che anche le edicole avrebbero contribuito alla crescita della lettura. Ieri ho provato un sentimento diverso. Repubblica e Salani insieme avrebbero potuto fare la più poderosa campagna per la lettura nell'estate autunno del 2016, contribuendo a far crescere tutti, lettori, librai, distributori, agenti, camionisti, addetti alle consegne. Ma le visioni sono quelle che sono, e guardano sempre il proprio ombelico. Una grande campagna ricca di contenuti culturali avrebbe giovato molto di più. Altro che Paese delle meraviglie e copertine stile grande distribuzione, che trasformano sempre più il povero Quentino, genio del segno nero, in una fantasmagoria di macchie di colore da luna park. La casa editrice Salani non ha avuto un atteggiamento signorile nei confronti dei librai. Li ha riempiti di Dahl da molti mesi, proponendo qualche “vantaggio”. Avrebbe potuto farli lavorare fino a gennaio 2017, poi, dopo il film di Spielberg prolungare la scia con i collaterali.
Andare avanti insieme è un obiettivo che non abita questo malandato paese, governato da pochi, che fanno quel che vogliono nella politica e nel mercato, convinti di fare il bene di tutti. Ai miei occhi hanno perso ogni credibilità, soprattutto quando retoricamente sottolineano il valore delle librerie e raccontano storie edificanti di librai nei loro organi di propaganda.


Grazia Gotti

1 commento: