venerdì 30 maggio 2014

Regine, sovrane, concubine


Mentre volti nuovi di giovani donne affollano i media, i talk show, le pagine dei quotidiani, a seguito del vento renziano che le ha sospinte alla testa delle liste elettorali, leggo Annarosa Buttarelli, filosofa e femminista, ponendole accanto il volume Grandi Regine, pubblicato da Mondadori, in occasione del recupero operato da più editori del lavoro dell'illustratore Ugo Fontana. Mentre il volume mondadoriano ripercorre le gesta di teste coronate dentro uno schema neutro, quello della storia come l'abbiamo sempre conosciuta, e non aiuta quindi le giovani lettrici a confrontarsi con il tema dell'autorità, del governo, del potere, della scelta, del cambiamento, i ragionamenti che riempiono le pagine di Sovrane sollevano domande e aprono nuovi orizzonti.


Aggiungo che Grandi Regine è faticoso da leggere, come sono faticosi i libri scolastici, quelli costruiti senza l'anima dell'autore, anche se in questo caso si tratta di Roberto Piumini.
Per coincidenza ho iniziato a leggere una grande scrittrice che si è cimentata con una testa coronata nel 1956, l'americana Pearl Buck, Nobel della Letteratura nel 1938.
"Tzu Hsi, l'ultima imperatrice che governò la Cina, fu una donna dalle qualità multiformi, dal comportamento così folto di contraddizioni, dalla personalità così ricca di molteplici aspetti, che è difficile comprendere il vero animo e farlo comprendere..." Così inizia Donna Imperiale, un lavoro di grande spessore che mette la lettrice di fronte al teatro della storia attraverso la storia personale di una diciassettenne concubina. "Tzu Hsi fu conservatrice e indipendente. Fu anche spietata quando la necessità glielo impose. Coloro che le si opponevano, la temevano e la odiavano, e furono più loquaci di coloro che l'amavano. Gli scrittori occidentali, tranne poche eccezioni, la descrivono in modo tutt'altro che lusinghiero, e addirittura con spirito di vendetta".
Quando lavoravo per la collana "Sirene", mi sono imbattuta in parecchi ritratti assai poco lusinghieri di Cristina Belgioioso, alcuni veramente volgari, che infastidirono anche Angela Nanetti che poi ci regalò un ritratto della principessa italiana che per lavoro di scavo e qualità letteraria pongo accanto al lavoro di Pearl Buck.

Grazia Gotti

giovedì 29 maggio 2014

La ricerca tecnologica tra passato e futuro

Il dizionario Treccani descrive così il termine tecnologia:
vasto settore di ricerca (la ricerca tecnologica), composto da diverse discipline (per cui, spesso, si usa il plurale tecnologie), che ha come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò (ivi comprese le conoscenze matematiche, informatiche, scientifiche) che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a determinati obiettivi. Spesso il termine è adoperato impropriamente come sinon. di tecnica (per cui si parla di t. delle costruzioni, t. dei metalli, t. elettronica, ecc.), mentre esso si riferisce piuttosto all’utilizzazione ottimale, anche e soprattutto da un punto di vista economico, dell’insieme di tecniche e procedimenti diversi impiegati in un dato settore, e delle conoscenze tecnico-scientifiche più avanzate”.


La casa editrice triestina Editoriale Scienza che, per vocazione editoriale, indaga l’affascinante mondo delle scienze ha da poco pubblicato un libro francese già in catalogo per Bayard,
Breve storia della tecnologia.
Partendo da “strumenti” di uso quotidiano il libro attiva un viaggio nel tempo che racconta l’evoluzione tecnologica e ne mette in evidenza specifiche caratteristiche. Seziona gli oggetti, li apre e li offre, attraverso le illustrazioni di El don Guillermo, all’attenzione dei giovani lettori.
Dal telefono che chiama in causa Bell e Marconi agli smartphone di ultima generazione, da Hubble, il telescopio spaziale lanciato nel 1990 che si muove negli strati esterni dell’atmosfera terrestre, all’antico cannocchiale astronomico di Galileo Galilei e poi gli orologi, tra pendoli e digitale o il passaggio dal tubo catodico del televisore agli schermi al plasma.
Un percorso dentro e fuori “le cose” che fanno parte della vita quotidiana di molte genti del pianeta, un libro che riporta al capolavoro di David Mcaulay e al suo Come funzionano le cose.

Silvana Sola

mercoledì 28 maggio 2014

La Biblioteca della Legalità a Isola del Piano: prima puntata


Lunedì 26 maggio: parto da Urbino assieme a due studentesse dell’ISIA per raggiungere un luogo lontano, in mezzo alle colline, non indicato sulla carta geografica, protetto da un muro che ora studenti e giovani stanno riempendo di disegni, di segni e di parole. Mi dettano indicazioni precise, ma mi perdo in una strada stretta in cui passano solo trattori. Poi raggiungo la nostra meta: è la Fattoria della Legalità, a Isola del Piano (nella provincia di Pesaro-Urbino), un bene tolto alla mafia e diventato attraverso Libera, e altre associazioni, un presidio di incontro, di scambio, un esempio importante di convivenza civile.
E’ un’occasione, inserita nell'ambito della rassegna Con le parole giuste, per parlare di educazione e responsabilità.
Sono qui in veste di presidente di Ibby Italia coinvolta da Valeria Patregnani che, attraverso il lavoro della Biblioteca Memo di Pesaro, ha intessuto fili e attivato una rete di tanti soggetti diversi mossi da intenti comuni.
Il mio compito è dare voce alla Biblioteca della Legalità, alla selezione di 101 titoli dedicati a bambini e ragazzi, primo tassello di un percorso che coniuga legalità e lettura, narrazione e visione, avventura e senso civico, un percorso che da Isola del Piano si propone di raggiungere altre località, altri ragazzi, altri insegnanti, altri cittadini diventando patrimonio di biblioteche scolastiche e pubbliche.
Accanto a me i rappresentati di Libera locale e nazionale, un sindaco appassionato e sincero, Riccardo Guido, autore per la casa editrice Sinnos di Salvo e le mafie, consulente per la Commissione Antimafia, capace di trovare le giuste parole per raccontare la storia della criminalità organizzata.

Sono importanti le parole in questo contesto, importanti come quelle che escono dalla voce di Elisabetta Morosini in rappresentanza della sezione marchigiana dell’Associazione Nazionale Magistrati, parole parlate che incontrano le parole scritte, quelle di Nando dalla Chiesa per il Manifesto dell’Antimafia pubblicato da Einaudi, parole che dichiarano sensibilità, impegno e presenza.
L’edificio “brutto”, oggetto della confisca, riprende vita con le parole e con le azioni del volontariato, con i campi di Libera, che vedranno alternarsi bambini, ragazzi, adulti, con gli incontri e le feste.
Attorno c’è il verde della collina marchigiana, un verde che allena lo sguardo alle grandi distanze, un verde nel quale i volontari avevano piantati gli ulivi, che qualcuno nottetempo ha rubato, ma che verranno ripiantati, custoditi, preservati e, se sarà necessario, piantati di nuovo.
Attorno il muro, quello sul quale i ragazzi, con i loro murales, hanno ricordato Peppino Impastato e la necessità di trovare nella bellezza il motore etico per contrastare la miseria di pensiero e la violenza delle azioni.

Ci siamo salutati con le parole scritte di Luigi Garlando, non quelle usate per ricordare Giovanni Falcone, ma quelle prese dalle pagine di 'O Maè, uscito per i tipi di Piemme, una storia per ragazzi di sport e di camorra, una storia dell’oggi a Scampia, nella palestra di Pino Maddaloni, dove alle regole della criminalità organizzata si risponde con la disciplina del judo.
"La Biblioteca della Legalità: prima puntata".
Silvana Sola

martedì 27 maggio 2014

Una strada lunga lunga...


Orso, buco! vince il premio nati per leggere 2014 nella sezione nascere con i libri per la fascia d'età 18-36 mesi, vince inoltre il premio Orbil 2014, istituito e promosso dalle librerie indipendenti ragazzi; questa è di per sé una bella notizia ma per me, che il libro
l'ho immaginato, è una notizia davvero sorprendente. 
Il mondo dell'editoria per l'infanzia è un altro pianeta per chi, come me, si laurea in lettere moderne per poi specializzarsi in antropologia culturale; prima di arrivare a Bologna, probabilmente, ignoravo che esistesse una branca della letteratura dedicata all'infanzia, non se ne fa menzione in nessuno dei piani di studio delle università ad indirizzo letterario che ho frequentato. Bologna è il primo passo, il secondo è stato entrare in Sala Borsa ragazzi e iscrivermi a un corso di formazione per lettori volontari promosso dal progetto nati per leggere
Ecco, così scopro la letteratura per l'infanzia ma c'è ancora tanta strada: quello che avviene dopo è un percorso circoscritto tra i sentieri di libri della biblioteca, un vero tesoro. Inizio a leggere albi illustrati di ogni provenienza e dimensione, mi diverto parecchio, poi testi teorici che mi aiutino a capire perché mi diverta così tanto e come divertirmi di più. Continuo a battere il sentiero e mi iscrivo a un corso di formazione condotto da Roberto Piumini e Giovanni Caviezel dove vengono illustrate le consonanze tra musica e narrazione: il passo immediatamente successivo è trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ovvero in via Remorsella, sempre a Bologna, dove incontro un gruppo di musicisti, i Genevieve Quartet e assieme fondiamo c'eraunanota, associazione culturale che si occupa di promuovere la musica e la  letteratura nell'infanzia. 
La libreria e casa editrice Giannino Stoppani ci offre la possibilità di esordire con uno spettacolo in memoria di Gianni Rodari. A questo primo allestimento teatrale ne seguiranno molti altri presso biblioteche, festival specializzati e teatri, spesso in compagnia di Alessandro Sanna, con il quale lavoriamo all'allestimento musicale di alcuni suoi testi. Nel 2013 il collettivo contribuisce al progetto Radici, promosso ed edito dalla casa editrice Cosimo Panini in memoria del terremoto in Emilia. Io continuo a seguire il sentiero, frequento corsi di formazione sulla letteratura per l'infanzia, condotti fra gli altri da Antonio Faeti e corsi di teatro sulla modulazione vocale. Nel 2010 Alessandro Sanna mi mette in contatto con Silvia Borando, della quale l'illustratore stima molto il lavoro di autrice e illustratrice; io propongo la bozza dell'albo in formato cartaceo, molto diversa dalla versione attuale. 
Orso, buco! nasce quindi da questo incontro e dalla maestria di Silvia Borando e di Lorenzo Clerici e dalla grande carica innovativa della casa editrice minibombo con la quale ho lavorato per due anni alla realizzazione definitiva del progetto. Attraverso questo lungo cammino, vitale è risultato il contributo del piccolo pubblico di bambini ai quali ho narrato storie ed ho  avuto il privilegio di scoprire che senza l'apporto del loro entusiasmo non riusciremo mai a sapere se il nostro lavoro è ben fatto. 
Eppure la strada è ancora molto, molto lunga e con diversi buchi dentro cui cadere...

Nicola Grossi

lunedì 26 maggio 2014

Roma: diario di un pomeriggio in Biblioteca



Venerdì 23 maggio: il cielo a Roma è grigio, a tratti pericolosamente nero, ogni tanto scende una strana pioggia vischiosa.
E’ il giorno del mio ultimo appuntamento nel calendario delle iniziative promosse in seno alla mostra I nostri anni ’70, mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio prossimo.
Un appuntamento che mi ha portato a Tor Tre Teste, lontano dal centro di Roma dove fervono i lavori nelle piazze che si apprestano ad accogliere i comizi di chiusura della campagna elettorale.
Lontano: un viaggio in una città che offre chilometro dopo chilometro un nuovo paesaggio urbano. Accanto a grandi insediamenti, ad insediamenti nuovi, c’è il particolare cemento bianco voluto dall’architetto americano Richard Meier per la parrocchia Dio Padre Misericordioso, c’è il verde, un verde frequentato, vissuto.

Come frequentata e vissuta è la Biblioteca Gianni Rodari che ospita l’incontro, biblioteca che si affaccia su quel verde, che lo fa diventare parte del suo programma culturale.
All’ingresso giovani studenti universitari in pausa dallo studio, poi anziani lettori di giornali, poi genitori con i propri figli, poi frequentatori abituali che cercano il giusto libro da leggere, poi bambini che occupano un grande spazio 0-6 e ragazzi impegnati a viaggiare sulla rete.
Dentro una responsabile di biblioteca competente e appassionata, un pubblico di persone pronte a condividere un viaggio nella pedagogia e nelle figure sistemate sulla mia personale linea del tempo.
Nel pubblico, accanto ad un bibliotecario cantante, c’è Maria Teresa Rodari, testimone di quegli anni e del lavoro “rivoluzionario” del marito, il favoloso Gianni, c’è chi i libri di cui parlo li usa tutti i giorni, chi li sceglie come testi da narrare, chi come pretesto per percorsi artistico-educativi.
Un incontro che attesta la necessità di biblioteche pubbliche vive, luoghi di incontro, di scambio e conoscenza. La necessità di una vera politica dei territori che ne capisca le esigenze, i bisogni, i desideri.

Libri che mi hanno accompagnato nel viaggio:
Dove finisce Roma, il bel libro di Paola Soriga, in catalogo per Einaudi, letto pensando al nuovo percorso dedicato alla Resistenza che sta prendendo forma.
Luca, la luna e il latte, capolavoro di  Maurice Sendak (titolo originale In the night kitchen, in Italia pubblicato da Emme Edizioni nel 1970, riuscito per i tipi di Babalibri) usato come punto di partenza per riflettere su I nostri anni ’70. Un picture book in cui più linguaggi visivi si incontrano, si fondono e si esaltano a vicenda.
Kamillo Kromo di Altan, titolo sempreverde in catalogo per El dal 1978, uno speciale album illustrato che esalta la differenza come risorsa, la diversità
La città romana, un grande esempio di divulgazione architettonica firmato da David Macaulay, libro voluto da Gabriella Armando nel 1978, oggi ancora in catalogo per le Nuove Edizioni Romane.
Silvana Sola



venerdì 23 maggio 2014

Alleanze educative


E' passato quasi un anno da quando è terminata la mia frequenza al corso dell'Accademia Drosselmeier e mi accingo a portare a Bologna un seminario intensivo con Roberta Pastore, conosciuta proprio in quelle stanze. Lei -e la sua associazione culturale SALTinBANCO- mi hanno invitata per condividere un percorso formativo che pone al centro l'importanza di risignificare i piccoli gesti quotidiani che ogni educatore compie con -e su- le persone di ogni età di cui si prende cura.
Edufrog e SALTinBANCO collaboreranno a favore di ALLEANZE EDUCATIVE, da cui il seminario prende il nome ma che sta a indicare un approccio professionale, un modo di essere cittadini, un invito a non isolarsi nelle proprie difficoltà e a non limitarsi a soddisfare solo i propri bisogni, una sollecitazione per animare un tessuto sociale vivace, colto, attivo e rispettoso di tutti e di ciascuno. Più in generale ALLEANZE EDUCATIVE si propone di valorizzare le buone prassi e i buoni pensieri che riguardano il lavoro di cura nel tentativo di condividere e ripensare saperi, sostenendo una rete di scambi, anche per contrastare le fatiche riconducibili a malgoverno e sciatteria diffusa, senza doversi esporre ad atti di eroismo.
Le parole chiave di ALLEANZE EDUCATIVE sono: persona, educazione attiva, cultura, partecipazione, benessere, responsabilità, progettazione, pensiero, cooperazione, estetica.
Attraverso esperienze vissute attivamente, i partecipanti saranno invitati ad interrogarsi sul proprio agire ma anche sulle risonante personali, al fine di meglio calibrare il proprio intervento in maniera da poter portare rispetto tanto a loro stessi che alla persona di cui si prendono cura in quel momento, sia che essa sia un neonato, un bambino, un adulto, un'anziano, una persona con fragilità più o meno evidenti.
Ciò che ci interessa è avvalorare le azioni di cura che troppo facilmente vengono trascurate a favore di azioni più facilmente rendicontabili in termini quantitativi, per presidiare la qualità delle piccole cose, e vivere con rinnovata sorpresa la scoperta dell'acqua calda.
In maniera trasversale saranno riproposte esperienze e riflessioni che intendono rivisitare in chiave integrata alcuni saperi sviluppati da Elinor Goldschmied, Maria Montessori, Jella Lepman, Emmi Pikler.










Inutile dire che bei libri avranno il dovuto spazio.
Per chi desidera saperne di più -in relazione a iscrizioni e costi- è possibile contattare l'associazione SALTinBANCO, che gestisce anche lo spazio comunale (Manifattura SALTinBANCO, Sala camino) in via della Battaglia, 9 (BO) – locali in cui si svolgeranno anche le attività del centro estivo artistico-educativo per bambini tra 3 e 11 anni nel periodo 9 giugno-11 luglio. Tel. 348 7753081. manifatturasaltinbanco@gmail.com
Chi è interessato ad approfondimenti su contenuti e organizzazione delle attività può invece scrivere a info@edufrog.it

Francesca Romana Grasso

giovedì 22 maggio 2014

Leggere e giocare



Un giorno di parecchi anni fa sono tornata a casa e ho trovato il mio cucciolo intento a mettere cerotti a tutti gli orsi, gli elefanti, le scimmie, a tutti quelli che avevano il pelo o una superficie morbida.
Non li aveva messi agli indiani, ai cavalieri, agli animali dello zoo di legno o ad altri personaggi di rigida fattura. Lì per lì avevo riso, poi quando ho realizzato che i cerotti si erano indissolubilmente legati ai pupazzi ho provato dispiacere all'idea che i Mostri di Sendak, Max, un Teddy Bear very english, o un raffinato Babar potessero rimanere marchiati a vita. Li ho rimessi a nuovo con cura e ho pensato che in un certo senso era colpa mia. 
Credo di ricordare  una scena di gioco del dottore, o dell'infermiere, in un libro di Helen Oxenbury che Bernardo, il mio cucciolo, aveva visto. Avevamo poi comperato il kit, con il martelletto, le bende e tutto il resto. Prestavo un dito, il braccio, tutto il corpo fino a diventare una mummia alla bendatura. Anche il babbo veniva spesso bendato. Ho scattato foto buffe dove le parti si scambiano, il babbo fa il dottore armato di pila in fronte tenuta da una fascia.
Ora sfoglio un albo inglese, opera di Simon James, pubblicato da Walker Books, una casa editrice a cui sono molto affezionata. Nel libro di James la protagonista, Clementine, riceve per il compleanno il kit di primo soccorso e la storia continua... nella tradizione, con garbo, eleganza e rispetto per i bambini. 

Grazia Gotti

mercoledì 21 maggio 2014

Opera Prima



I debutti nei picture book sono di particolare interesse per Bologna. Da diversi anni la Bologna Children's Book Fair seleziona e pone al giudizio di una giuria internazionale i primi albi di molti giovani. Oggi ne segnaliamo due, uno già pronto e oggi sugli scaffali, l'altro in libreria a giugno.
The Butterfly House di Sarah L. Smith, pubblicato da Tate Publishing, è un tenerissimo racconto
ambientato nella casa della nonna di Lizzy e Jack, una casa verde, dove abitano piante e farfalle e dove possono accadere magie. Un pomeriggio di giochi, di merenda, di oggetti che catturano l'attenzione del lettore, un mondo di dettagli da osservare, testimonianze di una vita, quella della nonna, che potrebbe essere stata un'esploratrice, una cacciatrice di farfalle, un'aviatrice, e che ora, cura le sue piante e le sue farfalle, gioca con i nipoti e il loro gatto, contenta per la visita ricevuta, e felice per il suono del campanello dell'appartamento 53. Nonni e nipoti, storie, memorie, metamorfosi, bruchi e farfalle...
Il secondo è pubblicato da Nilpferd ed è scritto e illustrato da Nanna Prieler, giovanissima illustratrice che vive a Vienna. Non posso raccontarvi la storia ma anticiparvi che si tratta di una piccola volpe che si chiede cosa potrebbe fare da grande... Un tema classico.
Mio figlio Bernardo, da piccolo, disse che avrebbe fatto il benzinaio; al mio commento che si trattava di un lavoro non molto salubre, lì sulla strada a respirare schifezze e sotto le polveri sottili mi rispose che lui non sarebbe stato alla pompa, perché ci sarebbe stato uno più adatto, lui sarebbe passato a ritirare i soldi. Chi sono gli adatti? Fammi un esempio. Lo fece senza incertezze, e qui si aprono domande molto ampie, bisognose di ben altri luoghi ed occasioni, non certo "adatte" ad un umile blog dove si scrive di giovani debutti nel mondo dei libri illustrati.
Grazia Gotti


martedì 20 maggio 2014

Tu sei tu: libro obbligatorio per i nuovi nati e per chi gli sta accanto


E’ nata a Ginevra Mirjana Farkas, ma si definisce una “svizzera-balkanica-catalana. Dopo studi storici si trasferisce a Barcellona dove frequenta l’Escola Massaia ed entra nel mondo dell’illustrazione sotto la guida di abili maestri dell’immagine.
Ritornata a Ginevra ha iniziato la collaborazione con “Le Temps”, “George magazine” e molte altre testate, pubblica anche libri autoprodotti, realizza manifesti di grande impatto.
Illustratrice indipendente dal segno personale, capace di mettere sulla carta l’intera tavolozza dei colori, Mirjana racconta l’incontro con la vita nel libro Eccoti qua! in catalogo per Orecchio Acerbo.
Un albo illustrato che parla di nascita, che vede il piccolo astronauta “sfrecciare nella vita come un piccolo razzo”, e cominciare il suo percorso sulla terra tra ricerca di equilibrio, stabilità, gioia, immaginazione.
Il libro parla ai fratelli e alle sorelle, e anche a tutti coloro che si trovano di fronte ad un bambino appena nato, li invita a trasformarsi nelle fate della Bella Addormentata per offrire quei doni che lo aiuteranno a rendere straordinaria la sua esistenza.
Ma il piccolo nato forse non ha bisogno di regali speciali, basta la sua energia, e la presenza degli affetti, a riempire la vita e a darle colore.

Silvana Sola

  

lunedì 19 maggio 2014

There is work to be done



Un articolo dello scrittore americano Walter Dean Meyers, apparso sul New York Times due mesi fa, commentava uno studio a proposito della rara presenza di bambini di colore nella letteratura per ragazzi. L'articolo termina con la frase "There is work to be done". Lo penso anch'io e da tempo, da quando ho cominciato ad occuparmi di libri per ragazzi.
Considerando che il 40% dei ragazzi che frequentano la scuola pubblica sono neri e latinos, la letteratura, così come i libri con figure, non prestano loro una grande attenzione.
L'articolo di Meyers ė molto bello, come a me parve molto bello il romanzo Bang! della scrittrice nera Sharon Flake, pubblicato da Giannino Stoppani edizioni nel 2006, con traduzione di Alessandra Valtieri. Si sono pubblicati libri sulla schiavitù, sui diritti civili, ma libri sulla vita nelle comunità nere dei giorni nostri non ne appaiono, così come non appaiono le classi più povere nelle letterature in generale, questo sostiene Meyers. 
Sarebbe bello se qualche editore traducesse Meyers e facesse conoscere anche l'opera pittorica di suo figlio, Christopher. Sarebbe anche bello incontrare alla fiera di Bologna, fra gli stand americani, qualche editor dalla pelle scura. In tanti anni mi è capitato una sola volta. 
Sì, c'è veramente tanto lavoro da fare, a cominciare dall'aiutare i ragazzi poveri che non leggono ad avvicinarsi ai libri. Meyers racconta che per lui furono la salvezza; li leggeva a Central Park, seduto per delle intere mattine, invece di andare a scuola. 

Grazia Gotti

sabato 17 maggio 2014

Sport a Biella




Invitiamo i nostri lettori del Piemonte all'inaugurazione della mostra Sport. Figure e parole dai libri per ragazzi che dopo il Museo Archeologico di Bologna, approda al Museo del Territorio di Biella.
L'inaugurazione si terrà stasera, alle ore 18:00

venerdì 16 maggio 2014

Food Revolution Day


Il 19 Maggio 2012 Jamie Oliver, cuoco, conduttore televisivo e scrittore di libri di cucina del Regno Unito, indice il primo Food Revolution Day, per un'iniziativa globale che intende insegnare ai bambini i valori importantissimi del mangiare sano, del cucinare e del rispettare sia il cibo che il proprio corpo.

Da anni la Jamie Oliver Food Foundation si impegna ad insegnare nelle scuole il valore dell'educazione alimentare, di pari merito rispetto all'educazione fisica e qualsiasi altra materia scolastica.
Allarmato dalle statistiche riguardanti il rapporto bambini-cibo negli Stati Uniti d'America e nel resto del mondo, Chef Jamie si è dedicato alla divulgazione di informazioni, iniziative e ricette per aiutare a formare una comunità più salubre, più coscienziosa e più attenta. Durante il suo "Big Rig Tour", più di mille studenti statunitensi lo hanno incontrato per imparare a cucinare usando ingredienti genuini, apprendendone sia sapori che proprietà benefiche. Un modo pratico e divertente per accomunare le penne che scrivono sui fogli a quelle che riempiono i piatti, dimostrando quanto una buona alimentazione sia segno di una buona cultura e viceversa.

Sul suo sito internet, Chef Jamie ospita addirittura una sezione dedicata agli Eroi Rivoluzionari del Cibo, dando risalto a quelle persone che, con le loro iniziative culinarie, umanitarie, letterarie e didattiche, sventolano orgogliosamente la bandiera della rivoluzione.

Lo slogan della Food Revolution, "stand up for real food" accompagna tutte le ricette che Chef Jamie rende disponibili sul proprio sito internet, pronte per essere seguite insieme dai bamini e dai loro genitori proprio oggi, durante la giornata della rivoluzione in cucina.


Da tempo lavoriamo sul cibo: dalla mostra "Mangiami, Bevimi" alle Figure nel piatto, dalla mostra dedicata a Larissa Bertonasco al numero Infanzia e Cibo. Mentre ragioniamo di cibo, nella nostra città le famiglie e gli insegnanti hanno scioperato e hanno fatto un pic nic nei parchi, in opposizione alla gestione politica delle mense scolastiche.
Nutrire il pianeta, energia per la vita, lo slogan di Expo 2015, ci trova pronte a far parte della Rivoluzione.

La redazione

giovedì 15 maggio 2014

Scienza e Letteratura




Oggi si concludono i corsi dell'Accademia Drosselmeier: in mattinata visita a Start, il centro bolognese della Fondazione Golinelli, promotore del Festival La scienza in piazza; pomeriggio lezione sul rapporto fra le Due Culture. Sono fresca della lettura di un libro che mi ha impegnato molto, un libro pubblicato in Argentina, scritto da un argentino che vive e insegna negli Stati Uniti.
Borges y la fisica quantica inizia citando Galileo e non dimentica il giudizio di Italo Calvino sulla scrittura di Galileo. Ho scoperto che molti uomini di scienza argentini citano a memoria Dante e Calvino. Molti danno per scontato che Calvino avesse insegnato all'Universtã e credono anche che le lezioni americane si siano effettivamente tenute al cospetto dei giovani americani.
In quella terra lontana si insegna e si pubblicano libri di qualità, nei quali il frutto dello studio e della ricerca diventa patrimonio pubblico. Da noi non sempre è così, e negli ultimi tempi, assai di rado. Ieri sera Massimo Recalcati ha sferrato un lucido e veemente attacco al sistema universitario italiano. Eravamo nella bellissima biblioteca dei Domenicani e in prima fila sedeva il Magnifico Rettore. Fra le lecture più interessanti di questi mesi annovero, oltre a quelle del fisico argentino e di Recalcati, L'elogio della difficoltà, di Maria Teresa Andruetto, scrittrice, e di Jean Clair, storico dell'Arte. Mentre scrivo ascolto la radio e la voce di Paolo Giordano parla di un matematico di meravigliosa scrittura, di cui parlerà ad un pubblico convegno.
Le conferenze e i saggi mi piacciono molto e apprezzo anche quando lo scienziato sceglie la narrazione per raccontare ciò che vede e scopre, o ciò cha altri hanno visto e spiegato di questo nostro misterioso Mondo. Oggi leggeremo brani di Stannard, autore un tempo molto letto dai ragazzi nella sotto collana Istrici Sapiens di Salani.
Grazia Gotti







mercoledì 14 maggio 2014

Due libri e Caparezza


Cynthia Saltzman, già autrice di un notevole saggio sulla storia di un famoso quadro di Van Gogh, ha curato la raccolta di lettere che possiamo leggere nella stupefacente edizione einaudiana I Millenni (la mia collana preferita).



A primavera in casa Giunti è uscito un bellissimo racconto di autore brasiliano dedicato al grande pittore. Due ottimi libri, il primo recensito dalla critica, il secondo passato sotto silenzio anche in occasioni speciali quali  le pagine dedicate alle novità della fiera. Il testo dell'autore brasiliano è per ragazzi che amano impegnarsi nella lettura, scoprire delle cose di questo vasto mondo, sentirsi in sintonia e prendere parte al movimento delle idee. 
Io credo che esistano ragazze e ragazzi che desiderano crescere e sono molto vicina al testo di Caparezza, Mica Van Gogh. A mio avviso Caparezza sente il desiderio, così come gli editori Einaudi e Giunti, di diffondere pensiero, cultura, letteratura e arte.
Accanto a questi libri, nello scaffale scolastico, metterei il testo di Dino Formaggio, pubblicato da Mondadori nel 1952, facile e profondo, molto adatto ai giovani lettori. E mi piacerebbe che i ragazzi conoscessero anche la vita di Formaggio, a conferma che l'amore per lo studio e la cultura può essere appagante e rendere più ricca l'esistenza.
Grazia Gotti

martedì 13 maggio 2014

Leggere il libro della Natura



È trascorso un anno da Infanzia e Natura, il progetto a cui ci siamo dedicate collaborando con tante persone che si occupano di libri e di bambini: editori, insegnanti, bibliotecari, operatori di parchi e orti botanici. La collaborazione con l'Orto Botanico della nostra antica Università ha dato come frutti la bella mostra dedicata a Pierina Boranga, pioniera dell'educazione outdoor. Il parco di Villa Ghigi, una bellezza naturale dei nostri colli, ha ospitato la mostra dedicata alla svedese Kristina Digman, la mamma della piccola Flora, presto in libreria per Rizzoli. Tanti sono stati gli incontri in scuole e biblioteche con bambini e ragazzi, tanti progetti sono partiti.
Uno di questi progetti gode del privilegio della mente illuminata di una imprenditrice che ascolta la pedagogia e provvede a realizzarli, ha per protagonisti i bambini di un Nido e scuola dell'Infanzia. Le educatrici, la coordinatrice pedagogica, gli atelieristi, il cuoco, Reggio Children, la Cooperativa culturale Giannino Stoppani e Nadia Nicoletti, la maestra-ortolana di Trento, autrice di due volumi per Salani, compongono il gruppo di lavoro. Ieri, presso il Nido Mast, abbiamo tenuto uno dei nostri incontri di formazione e di progetto. Mentre all'esterno della scuola una scavatrice segnava il solco per il nuovo orto, ci siamo occupate della Natura indoor, abbiamo preparato talee, discusso sulla progettualità dei bambini e preparato un evento per fine giugno. Io ho il compito di cercare poesie
facili da mandare a memoria e di preparare una bibliografia. Un libro nuovo, bellissimo, di cui parlerò ai genitori e alla nostra comunità educante è opera di David George Haskell, La foresta nascosta, un anno trascorso a osservare la Natura, pubblicato da Einaudi. Mentre il meraviglioso La casa più grande del mondo, di Leo Lionni, costituisce il testo base per proseguire nel percorso.
Grazia Gotti










venerdì 9 maggio 2014

L'essenziale in materia di umanità non cambia



Di Elisa Castiglioni Giudici avevamo già apprezzato La ragazza che legge le nuvole e ci siamo subito bendisposti a leggere questa seconda prova.
"L'America, dove vivo da sette anni, ha risvegliato il mio interesse per l'antica Roma. Negli Stati Uniti la civiltà romana è studiata con grande passione. Una passione contagiosa che mi ha spinto a fare lunghe ricerche sulla vita quotidiana dei romani alla caccia di analogie fra la nostra e la loro cultura". Questo lavoro di ricerca si avverte ma non appesantisce mai il racconto che ha al centro la giovane, avventurosa e coraggiosa Iris, voce narrante che cattura il lettore sin dalla prima pagina. Iris è una figura di grande spessore, ricorda protagoniste adolescenti fatte agire sullo scenario della Storia, conosciute grazie alla collana Gaia Junior. Ragazze da secoli lontani, contemporanee delle ragazze lettrici di oggi, perché, come chiarisce l'autrice nella nota a fine racconto, l'essenziale in materia di umanità non cambia.

Grazia Gotti

giovedì 8 maggio 2014

Dai '70 con furore

(la copertina è ispirata al libro di Heinz Edelmann,
Andromedar SR1, Emme edizioni, 1971
)

Gli album fotografici dei ricordi piacciono a tutti e tutti ne hanno almeno uno, appoggiato in bella vista sul tavolino del salotto, che spunta di dorso da uno scaffale o messo in un cassetto tra i calzini buoni della Domenica.
Dentro, incollati gli uni accanto agli altri, i visi degli amici storici, dei compagni di scuola anno per anno, sempre uguali ma sempre più cresciuti. E poi i familiari, le gite al mare con la famiglia, le storie che si muovono scatto dopo scatto.
Anche I Nostri Anni 70 è un album di ricordi fatto di illustrazioni, copertine di libri, manifesti. Gli amici storici, i compagni di banco e di viaggio sono i libri, ricercarti, ritrovati, raccolti seguendo un pensiero pedagogico, visivo, culturale, sociale.


(L'AntiPierinoPorcospino, F.K.Waechter, Nuove Edizioni Romane, 1978)


Curato da Silvana Sola e Paola Vassalli, questo album di ricordi dalla coloratissima copertina rigida presenta una selezione letteralmente "memorabile" di titoli, autori, esperienze, evoluzioni letterarie.
Come accade con tutti gli album fotografici che si rispettino, sfogliarlo è un tuffo nel passato, guidato da chi, quelle foto ricordo, un po' le ha fatte o le ha viste fare.
Coloratissimo ed eclettico, I Nostri Anni 70 colleziona le vicende di quei libri che hanno forgiato l'infanzia della maggior parte dei lettori di oggi. Io stessa, pur essendo nata diversi anni dopo, riconosco e ricordo moltissime copertine. Sono cresciuta insieme ai grandi pois rossi della Pimpa di Altan, ho imparato ad amare la pittura con i libri di Pinin Carpi e le mie storie prima della nanna preferite erano quelle delle variopinte Cappuccetto di Bruno Munari. Tutt'oggi poi, lo ammetto, ho una collezione invidiabile di pupazzetti della famiglia dei Barbapapà.


(Pimpa e il Tempo, Altan, vignetta originale
per la mostra Anni '70. Arte a Roma, 2014)


Seguendo il percorso illustrato che I Nostri Anni 70 offre, si incontrano i segni e disegni di Sendak, di Edelmann, di Luzzati, insieme alle parole di Faeti, Silverstein, Bettelheim, Rodari. Una strada colorata e rivoluzionaria, che testimonia l'evoluzione editoriale di quel periodo in cui i libri illustrati per bambini si evolvono in preziosi picture books per tutti, non solo da leggere per imparare, ma anche mostrare come grandi occasioni di scoperta visiva.


(Manifesto di Wolf Vostell in "L'Unità", Roma 30 Novembre 1973
Archivi MAXXI Arte. Fondo Archivi Incontri Internazionali d'Arte
)


"Sono le cose che non conoscete che cambieranno la vostra vita", scriveva Wolf Vostell a caratteri cubitali sul manifesto della Mostra Roma Contemporanea del 1973.
Ma le cose che conosciamo sono quelle che, la nostra vita, l'hanno costruita.
Ed è bene ricordarle.
A colori.



Vi aspettiamo alla presentazione del volume in occasione del Salone del Libro di Torino, Sabato 10 Maggio alle ore 17:00 alla Libreria Corraini Lingotto presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.


Francesca Farinelli

mercoledì 7 maggio 2014

Sport. Figure e parole nei libri per ragazzi



"Quando il 25 Novembre del 1892 il barone de Coubertin dà inizio ufficiale al suo impegno per la rifondazione delle Olimpiadi, gli scavi condotti nel santuario di Olimpia dal tedesco Curtius sono già conclusi, ferve la riscoperta archeologica del mondo classico e
l’ideale “greco” è stato esaltato dagli intellettuali europei che avevano sostenuto la causa dell’indipendenza ellenica contro il dominio ottomano. Il barone intende sottrarre lo sport, che si va profilando come uno dei grandi fenomeni dell’Europa di fine secolo, ad una deriva prettamente fisica e ad una prospettiva legata principalmente agli aspetti professionistici, economici e mondani, conferendogli piuttosto una dimensione etica ed un ruolo pedagogico; per questo si rivolge ad Olimpia e a quell’ideale atletico considerato esclusiva del mondo greco. Olimpia diviene dunque il mito che gli permetterà di paludare i nuovi giochi di forme suggestive, immediatamente riconducibili a principi altamente etici; della sostanza dei giochi antichi, invece, conserverà principalmente
l’idea della sospensione delle ostilità in corso grazie alla tregua sacra, elemento certamente funzionale alla sua tensione verso l’internazionalizzazione dello sport.
Ma cosa fu in realtà l’atletismo greco? Come ogni fenomeno che dura nel tempo, anche l’ideale atletico greco assunse, nei secoli, significati e forme di espressione anche molto
differenti. "(...)

Brano di Laura Bentini, Anna Dore, Istituzione Bologna Musei, Museo Civico Archeologico
tratto da "Dall'ideale atletico allo spirito olimpico" in Sport. Figure e parole dai libri per ragazzi, Giannino Stoppani Edizioni, 2014


Venerdì prossimo la mostra Sport. Figure e parole dai libri per ragazzi chiuderà i battenti nella sede del Museo Civico Archeologico di Bologna per inaugurare in una nuova sede il 17 maggio, al Museo del Territorio di Biella.
Ieri penultima visita guidata alla mostra: una classe terza del Liceo Artistico Brunelleschi di Monteburlo, giovani che si confrontano quotidianamente con la storia dell’arte, con il visivo, ragazzi che hanno nel loro cassetto segreto illustrazioni che potrebbero abitare le pagine di libri del futuro, si sono appassionati  al lavoro di  illustratori arrivati da molte parti del mondo impegnati a raccontare lo sport, hanno guardato da vicino la tecnica usata, apprezzato l’allestimento curato da Chialab, si sono mossi con disinvoltura tra il calco in gesso del Discobolo e le cornici di cartone.

Silvana Sola

martedì 6 maggio 2014

Italia-Argentina

I lettori argentini stanno leggendo, a partire dal 30 Aprile, La Divina Commedia interpretata dal disegnatore umoristico Rep. Il lancio di questa iniziativa era ben visibile alla Fiera del libro di Buenos Aires, così come in città era allestita una bella mostra dell'illustratore, autodidatta, che ha cominciato giovanissimo a pubblicare fumetti e vignette sulla stampa.
Nei giorni scorsi ci sono stati molti incontri fra disegnatori: il celebratissimo Quino ha inaugurato la fiera nella sala Borges, 800 posti, molti in piedi, tanti giornalisti, ministri, e assessori.



Il papà di Mafalda, intervistato da due importanti giornalisti, una signora della Tv pubblica, responsabile di programmi culturali, e un signore della carta stampata, ha voluto sottolineare che tutto partì dall'Italia. Come? Fu Marcelo Ravoni, ha risposto Quino. Allora mi è ritornata in mente la gentilezza di Marcelo, capo dell'Agenzia Quipos, il suo cordiale saluto ogni anno alla fiera di Bologna, le piacevoli chiacchiere con Altan. Ho pensato che Italo Calvino aveva fatto bene ad andare alla fiera di Buenos Aires nel 1984, alla ripresa della democrazia, e ho pensato al forte legame italiano con il Sud America. Ci andarono in tanti, in Argentina: Collodi Nipote, Cesarina Lovati, giornalista e scrittrice per l'infanzia che ho appena scoperto, che vi rimase per due anni e che ha scritto un libro ancora oggi fondamentale per conoscere quel lontano Paese; Alfredo Lazzari, pittore lucchese che fu maestro del pittore Benito Quinquela Martin, che gli abitanti di Buenos Aires amano molto e che è celebrato da ben due libri per bambini. Avevo dimenticato Hugo Pratt, ma mi è tornato in mente agli incontri con i disegnatori e mi sono ricordata del grandissimo Muñoz, partecipe alla nostra mostra del 1985, dell'amabile Breccia, passato da Bologna.

Grazia Gotti