lunedì 17 giugno 2013

I pirati della nave Speranza in una terra che si chiama Belgio



C’è un bambino che racconta di un padre. 
Un padre che vede solo due settimane all’anno. Un padre lontano che quando torna porta con se il profumo del mare.
Un padre pirata capace di raccontare storie affascinanti, di descrivere una ciurma in uomini che rispondono al nome di Tatuato, Tabacco, Centesimo,Turco, di parlare di tesori nascosti.
Un padre che porta regali pirateschi, che viaggia su una nave che si chiama Speranza, che si rimette in viaggio verso l’oceano con un velo di tristezza.
C’è un bambino che scopre che i racconti del padre sono molto diversi dalla realtà, che non esiste il mare dove il genitore lavora, ma nebbia e gallerie scavate nelle viscere della terra.
Una bellissima storia scritta da Davide Calì, una storia di migranti, di grandi miniere, di fatica, di dolore e forse anche di morte.


Una storia di parole e di bellissime figure, di ritratti, di luoghi, di atmosfere, di incontri e di sentimenti, figure che portano la firma di Maurizio A.C. Quarello.
E il segno sapiente dell’illustratore accompagna il ritmo del racconto, rende visibili i paesaggi del sogno e quelli della realtà, alterna i colori della vita avventurosa ai toni polverosi dei luoghi del lavoro.
Mio padre il grande pirata, in catalogo per Orecchio Acerbo, è un libro sulla vita, sugli affetti, sul lavoro, sulla solidarietà, sulla speranza.
Silvana Sola

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