venerdì 31 luglio 2009

Principerse e ritrovate

Durante l’apprendistato per diventare vere libraie leggevamo, oltre i libri, la stampa quotidiana e periodica con assiduità, sempre attente a voci che si levassero a favore della lettura e dei libri per ragazzi. Ci dicevamo di sinistra come gran parte delle persone che incontravamo sul nostro cammino, ma una gran dama della sinistra sembrava negare l’importanza della letteratura per l’Infanzia e la Gioventù (il termine può suonare obsoleto ma si pensi a Gioventù senza Dio di Ödön von Horváth per sentirlo ancora fresco), affermando che si dovrebbe subito leggere Madame Bovary. Non capivo perché una signora che aveva gran credito nell’opinione pubblica (di sinistra) non considerasse i libri per i fanciulli (altro termine forse irrimediabilmente obsoleto) molto importanti per la crescita intellettuale. Mi sono venuti in aiuto due libri: L’sola del romanzo nel quale R.S. Stevenson a proposito di pirati replica a Henry James con la famosa battuta, e il libro della gran dama, successone editoriale finalista al premio Strega nel 2005, edito dallo Struzzo.
Henry James non capiva i pirati perché non era mai stato un bambino, Rossana Rossanda non ha mai capito le principesse perché non è mai stata bambina. Ed è questo davvero l’unico elemento comune fra i due.
Con buona pace dei grandi, pirati e principesse vivono un periodo di straordinario fulgore in libreria, proliferano collane e nuove serie. Silvia Roncaglia ha dedicato e dedica molta attenzione alle principesse, sin dai suoi esordi. Le principerse ci fecero scoprire il suo humor, la sua felicità nella rima, la sua incontenibile ricchezza di motivi. Dal 2007 delizia le bambine lettrici con la serie “Principesse favolose”, una serie ricca di dieci titoli e di ristampe, per la Emme Edizioni. I volumetti sono graziosi, impreziositi dalle illustrazioni di Elena Temporin e Sara Not e tutti insieme danno conto di come sia possibile muoversi nel genere, nella serialità, con mestiere e divertimento. Le prime lettrici, quelle bambine a cui è dato di conoscere i libri scritti per loro, aiutate da un bel corpo largo e assaporando l’ironia, la lingua giocosa e la trama ben tenuta da Silvia, si fanno così il fiato necessario per arrivare poi, più grandi, a Madame Bovary, gran lettrice, senza immedesimarsi troppo, perché l’ironia di Silvia le avrà rese lettrici sveglie, acute, profonde e allo stesso tempo ricche di grazia e leggerezza.
Grazia Gotti

giovedì 30 luglio 2009

Liceali, letture estive... dislessia


Gli adolescenti sono alle prese con gli elenchi delle letture estive prescritte dagli insegnanti. Circolano lunghi elenchi dai quali scegliere chi cinque, chi tre, chi, più debole in Italiano, otto titoli. Libri “tradizionali,” dice mia nipote in prima liceo scientifico, intendendo “classici”. Fra i non “tradizionali” c’è lo Strega dell’anno scorso, e poiché il titolo le è arrivato, felice di aderire al flusso, lo ha scelto.
Nella seconda liceo scientifico di mio figlio i classici consigliati sono La linea d’ombra, Il sosia, Cime tempestose, Orgoglio e pregiudizio, Il rosso e il nero, l’Eneide, fino a Per chi suona la campana, Shining, Il nome della rosa. Durante l’anno abbiamo affrontato 1984, Ammaniti, Tommasi di Lampedusa, Grossmann, London, Sciascia, Manzoni. I preferiti sono stati: London, Manzoni e Tomasi di Lampedusa. Io presto gli occhi e attraverso la voce trasmetto la grande letteratura all’adolescente dislessico che con fatica deve affrontare la sua disabilità e il fardello di una madre sempre presente. Queste letture obbligate non sembrano catturare l’interesse di quelli abili a leggere. Molti, pur diligenti e studiosi nel corso dell’anno, prendono la scorciatoia di internet per evitare la letteratura. Basta una scheda ben fatta che riporti il plot a cui aggiungere la differenza fra fabula e intreccio e qualche nota sui luoghi. Due righe infine per le impressioni personali. I professori sono in pace con la loro coscienza e i giovani non sembrano capire il significato del termine. Ora siamo alle prese con Conrad. L’adolescente impreca, scalpita, si rigira sul divano, si addormenta… “Il babbo mi aveva detto di portar pazienza che poi il racconto avrebbe preso quota... invece siamo all’ultimo capitolo e non succede niente..” Al quindicenne dislessico il tema del primo comando arriva a intermittenza, Conrad si ripete e l’adolescente scalpita... Speriamo ci vada meglio con Robert Jordan & C. Nemmeno Il giovane Holden della scorsa estate ha suscitato entusiasmi, è stato anzi giudicato bisognoso di una nuova traduzione. Come fare per suscitare entusiasmo per la lettura? Puzzling question avrebbe detto Baudelaire. Per tentativi: Salinger nel bellissimo racconto dei pescibanana, La fata delle briciole di Nodier per il fantastico, i racconti di Matheson per l’inquietudine, Red Harvest di Hammett per la corruzione politica, La terra Rossa di Hudson per la pampa Argentina, Il narratore incantato di Leskov per la grazia, Gioventù senza Dio per discutere… Ma Sostiene Pereira, lo certificano le ristampe, vincerà sempre contro i miei libri e mi rassegno. Gli adolescenti avrebbero poi il diritto di conoscere ciò che si pubblica per loro, ma la scuola, i critici e i media non conoscono Aidan Chambers e i tanti scrittori italiani e stranieri contemporanei che si dedicano a quello speciale pubblico che sono gli Young Adults. Vorrei che per obbligo il giovane dislessico dovesse leggere Una vita di Maupassant, nella traduzione della Ginzburg, almeno ci troverebbe una madre sofferente e così mi sentirei in parte risarcita.
Grazia Gotti

mercoledì 29 luglio 2009

Un po’ Jekyll, un po’ Hyde, un po’ Lupin!

Londra, 1875. La città non è ancora atterrita dallo Squartatore, ma un’altra figura misteriosa si aggira per le vie della capitale inglese, anzi per la rete fognaria appena riammodernata.
Il detenuto 493, incarcerato dopo un furto che l’ha visto cadere su un lucernario e riportare gravi ferite, è ora diventato oggetto di studio del dottor Farcett che è riuscito a tenerlo in vita.
La privilegiata situazione gli permette di venire a conoscenza di numerose informazioni che lo aiuteranno una volta uscito di prigione.
Scontata la pena Montmorency, nome affibiatogli durante il processo, crea il suo alter ego Scarper. Il primo entrerà a far parte della buona società inglese, il secondo diverrà il più temuto cambrioleur londinese.
Il romanzo (Scholastic Children’s Books, 2003) passato quasi inosservato lo scorso anno, oltre ad essere un appassionante romanzo di genere, è uno splendido spaccato della Londra di fine ‘800.
Ci si alterna tra le prigioni più dure alle case signorili più rispettate, dalle pensioni più luride agli hotel più raffinati, dalle fogne più nauseabonde ai club più à la page, dalle prime teatrali più seguite ai bordelli più caotici.
Montmorency è un personaggio che piacerà ai lettori per l’ambiguità stevensoniana, per l’eleganza alla Maurice Leblanc, ma anche per i richiami ad altri personaggi letterari della tradizione francese e inglese: il conte di Montecristo, Robin Hood.
L’autrice, Eleanor Updale, al suo primo libro per ragazzi, ha poi continuato a far vivere il suo protagonista in altri tre romanzi che speriamo la Rizzoli ci farà leggere.
David Tolin

martedì 28 luglio 2009

Questo libro non contiene tracce di arachidi

La grafica di copertina firmata da Kelly Hill è divertente, giusta, ma il titolo mi lascia perplessa: Word Nerd doveva essere obbligatoriamente tradotto Lo sfigato?
Il dubbio mi fa riflettere se metterlo al centro delle mie letture o lasciarlo momentaneamente da parte: scelgo di leggerlo.
E arrivo alla fine velocemente, viaggio tra le pagine seguendo Ambrose, il suo essere fuori dal coro, lo seguo guidata dai calzoni di velluto viola e dal berretto con il pon pon.
Vestito così non lo perdo di vista, mai.
Ambrose non ha amici, vive obbligato a continui cambi di residenza da una madre che insegue un posto di lavoro fisso spostandosi da un’università all’altra nel grande Canada, la scuola è luogo di vessazioni, la vita sociale per lui non esiste.
Ma è ironico, bugiardo per necessità di sopravvivenza, attento, curioso e allergico alle arachidi. È un appassionato di Scrabble, lo Scarabeo è il passatempo preferito nelle serate trascorse con una madre iperprotettiva.
E saranno lo Scrabble, la preziosa amicizia di Cosmo, giovane greco ventenne appena uscito di galera, la frequentazione del circolo delle parole, la presenza della fascinosa Amanda, la vitalità della famiglia Economopoulos, che cambieranno la vita del ragazzino dodicenne.
Abituato a subire si ritroverà a decidere, a cercare soluzioni, a immaginarsi scenari diversi per il suo futuro.
E lo farà in una Vancouver di immigrati, ricordando il padre australiano morto troppo presto, beandosi degli abbracci fraterni di una morbida ceca/irlandese/canadese, cibandosi, appena possibile, di ottima cucina ellenica.
Nota sceneggiatrice di popolari serie televisive, Susin Nielsen è al suo quarto libro dedicato ai ragazzi.
Ha collezionato premi, vive a Vancouver con il marito, il figlio Oskar e Sam, il gatto. Il suo prossimo libro avrà per protagonista una ragazzina e forse il titolo sarà Dear George Clooney: please marry my mom.
Lo sfigato è uscito in Italia per Rizzoli.
Silvana Sola

Fotografia: Susin Nielsen

lunedì 27 luglio 2009

Piccoli pirati crescono...








Tra brigantini e sloop, tra prue e casseretti, tra sartie e scotte, tra gabbieri e vedette, tra verricelli e bozzelli, tra Barbanera, il marchese di Parabas e Marie la Rossa ci tuffiamo a capofitto in una appassionante serie di pirati. Pirati coraggiosi: una serie dalle vertiginose avventure, acquistata nel 2007 dalla Giunti Junior alla Flammarion-Père Castor, e che in Francia è ormai giunta al decimo libro, l’undicesimo è previsto per il prossimo agosto. Una serie per lettori a partire dai 7/8 anni, una fascia d’età un po’ trascurata dagli editori italiani.
L’autore, Alain Surget, è lo stesso dei due volumi dell’egiziana Tyria delle edizioni e/o, ma soprattutto è lo stesso dello splendido titolo Rizzoli, Mary Tempesta, in cui fa rivivere, come a suo tempo lo fece il grande Defoe, due donne inglesi del XVIII secolo che travestitesi da uomini s’imbarcarono in una nave pirata.
Nei quattro titoli per ora usciti, veniamo a conoscere Benjamin e la Piccola Louise, due orfani che hanno tatuato sulla spalla parte di una mappa e che scoprono di essere i figli del temuto Capitan Roc. Li vediamo fuggire da Parigi, raggiungere Saint-Malo, prendere il largo con il marchese di Parabas… Affrontare una tempesta insieme all’equipaggio fantasma dell’Olandese volante, venire catturati da alcune navi inglesi…
Mi fermo qui, per non svelare troppo! Per non parlare di Port Royal, di scontri in mare, di grotte nascoste, dei tesori maya nell’ultimo titolo pubblicato, L’oro del serpente piumato, ambientato in Messico.
I romanzi sono ben scritti. Si leggono facilmente: personaggi ben delineati, ambienti e situazioni descritti
con agilità, un universo marinaresco preciso fin nei dettagli.
Insomma ci sono tutti gli ingredienti necessari per immergersi nelle acque caraibiche (attenzione agli squali!), per veleggiare verso isole misteriose, per far sognare di filibustieri e corsari. Cameo della serie, Chiudilbecco! l’immancabile pappagallo parlante, che non perde occasione per arrotare la erre e la lingua!
David Tolin

venerdì 24 luglio 2009

La Stefi di Grazia Nidasio

Nella collana 24/7 di Rizzoli è tornata la Stefi di Grazia Nidasio. Vorrei che la notizia bastasse a far correre tutti in libreria per rendere omaggio alla più grande illustratrice, vignettista e fumettara italiana. Se leggi questo post Passaparola…(anche se non hai un giardino e un gazebo e se vesti di nero). Stefi Morandini è l’icona bambina che con il suo acume passa in rassegna l’italian way of life del suo tempo. Occhio critico, coscienza civile, gusto per il gioco, mano micidiale, sono i talenti che Grazia ha messo al servizio di noi tutti, per molto tempo, con impegno, per un giornalino per ragazzi. Ma non sono nati così i capolavori? Non solo Pinocchio e Gianburrasca sono il frutto dell’arte del giornalismo per i più piccoli, ma anche la grande letteratura americana, Mark Twain in testa, si leggeva sui giornalini. Vogliamo di nuovo i giornalini in edicola!!!! Per chi la leggeva sarà una gustosa madeleine, per chi la scoprirà una vera sorpresa. I palati che si cibano degli anemici diari di oggi con protagonisti esili come il disegno che li tratteggia, avranno modo di formarsi un gusto più convinto. Sfogliando le pagine di questo dia
rio la mente si aprirà al mondo perché è un diario colto, civile, ilare, critico e scanzonato dal quale la Cultura italiana può trarre grande giovamento.
Grazie Grazia!
Grazia Gotti

ore 15.52 riceviamo e postiamo
Ehilà! Alla Cooperativa Culturale, alle Giannine, a Gotti, a tutti voi, Grazie, grazie,
o meglio: GRAZIE! 
Nidasio

giovedì 23 luglio 2009

Libri e Buchi


















Per noi italiani i libri con i buchi rimandano all’esperienza editoriale del marchio La Coccinella. Ideati da Loredana Farina, creativa, munariana, appassionata sperimentatrice, hanno circolato in tutto il mondo perché erano belli, innovativi e utili a far leggere prima di leggere. Si trovavano in ogni asilo e ancor oggi hanno un buon pubblico. Poi Coccinella è stata assorbita da Rizzoli e la produzione dei libri cartonati con i buchi ha perduto lo smalto delle origini. Qualcosa di nuovo sembra, invece, venire dalla Svizzera, dall’editore Bajazzo che ne ha prodotti due davvero sorprendenti ad opera di Isabel Pin. Il primo, già segnalato da noi sulle pagine di BoBoJo Il Bologna Book Journal, uscito per la Bologna Children’s Book Fair, è stato prontamente tradotto e pubblicato da Bohem Press, la piccola casa editrice che si dedica con passione alla scoperta di buoni libri per i piccoli e alla quale auguriamo di ripetere il successo dei libri con i buchi di un tempo.
Alessandra Valtieri

mercoledì 22 luglio 2009

Il diavolo a quattro!

24 luglio, una delle ultime occasioni, della programmazione cinematografica in piazza Maggiore, assolutamente da non farsi scappare! Questa settimana, per il suo cinquantenario, alcuni capolavori della Nouvelle Vague. Ovviamente non poteva mancare François Truffaut, di cui si è scelto il suo primo lungometraggio, I 400 colpi, classe 1959, con il quale si avvia la serie che ha per protagonista il personaggio di Antoine Doinel. Come l’ha definito lo stesso Truffaut, il film è “una specie di cronaca dei tredici anni”, la solitudine di un adolescente raccontata attraverso una regia magistrale. Una “quasi” autobiografia di stampo documentaristico di cui vi consigliamo la visione, suggerendo anche la lettura del libro per ragazzi Corri François!
Il binomio cinema/libri è sempre stato determinante nella vita del regista: uniche vere possibilità di salvezza per i piccoli Antoine cresciuti senza amore (Mereghetti). E questo si capisce anche leggendo il Corri François! di Enrico Vecchi, egli stesso molto legato al cinema (attore, sceneggiatore e regista), alla sua prima esperienza di romanzo per ragazzi. L’autore, bilanciando elementi biografici a momenti di pura fantasia, è riuscito a cogliere l’essenza di questo personaggio, di bambino e adolescente “difficile”, di ladruncolo bugiardo, di studente insofferente e inconcludente agli occhi dei suoi insegnanti, di figlio degenere. Un bambino affezionato alla nonna Génevieve che gli trasmette la passione per i libri, un ragazzo che adora e odia una madre rimasta bambina, un adolescente che riuscirà a fare del cinema la sua passione, la sua ragione di vita: bellissima la scena in cui cinque-seienne s’intrufola curioso in una sala buia dove riesce a intravedere alcune sequenze de L’Atalante di Jean Vigo.
Il romanzo è uscito nel 2004, penultimo della prestigiosa collana Ex Libris della E.Elle edizioni.
David Tolin

martedì 21 luglio 2009

Soltanto le pulci non lo sanno

Lana, perline, bottoni e stoffe, orchestrati dalle abili mani di Beatrice Alemagna, raccontano una storia sulle differenze in Nel paese delle pulcette edito da Phaidon Press.
Attraverso i colori e le trame, Beatrice Alemagna ci racconta in modo semplice l’incontro con chi è diverso, la reazione di stupore, e la “profonda riflessione” dopo la quale persino le pulci si rendono conto che non ci si può fare niente (…) Perché nel paese delle pulcette, come in tutti gli altri paesi del mondo, non si può scegliere: si nasce come si nasce, uno diverso dall’altro. Soltanto le pulci non lo sanno.
Ci fa piacere vedere sugli scaffali un cartonato per bambini edito da una casa editrice internazionale specializzata in pubblicazioni d'arte, architettura, fotografia e design e conosciuta per la cura delle sue edizioni, anche se in questo albo qualcosa nella qualità della carta e nella stampa, non si amalgama bene con il lavoro di Beatrice Alemagna.
Per conoscere meglio il lavoro di Beatrice, consigliamo di visitare il sito ufficiale, semplice e utile per avere informazioni sulle sue mostre, sui libri pubblicati e per scovare qualche chicca per veri appassionati nella pagina delle news, che pare un piccolo blog delle sue esperienze.
Se avete già tutti i suo albi e non vi bastano, c’è anche Il libro illustrato è una galleria d’arte, il catalogo che raccoglie alcune sue opere in mostra a Bologna nel 2005.
Con Beatrice collaboriamo spesso, recentemente per la mostra “Che cos’è un bambino” alla Libreria per Ragazzi Giannino Stoppani. E’ sufficiente leggere questo prezioso picture book edito da Topipittori per capire che Beatrice conosce bene i segreti dei bambini.
Elena Rambaldi

lunedì 20 luglio 2009

NY, FAO-Schwarz… ascoltando un inusuale lettore d’albi illustrati!

Fine anni ’80. Primo anno di scuola superiore. Primi film scelti in autonomia.
Primo Woody Allen. Uscii dal piccolo cinema padovano, vicino a Prato della Valle, divertito ma un po’ malinconico, con in testa la musica di September Song, credo suonata da Reinhardt!
Radio Days è l’opera di un regista già nel pieno della sua carriera, la quale, oltre le divertenti commedie, annoverava già pellicole più intimiste del calibro di Interiors e Stardust Memories. La pellicola del 1987 si può forse considerare a metà tra queste due tipologie di film. Il film mi impressionò moltissimo per la sua leggerezza, la sua ironia, i dialoghi serrati, la colonna sonora, vero e proprio filo conduttore della storia.
Numerosissimi i piccoli ma ben delineati ritratti dipinti dal regista. Le vicende di varie star e starlette della radio americana, di cantanti e crooners, personaggi di programmi come The Shadow, il Vendicatore Mascherato, idolo del piccolo narratore decenne, si mischiano a quelle di una famiglia ebreo-americana della fine degli anni ’30, inizio dei ’40.
Si alternano ai racconti di zii appassionati di pesca, di padri sempre indaffarati in nuove avventure professionali per affrancarsi da un lavoro ritenuto non onorevole e per questo nascosto al figlioletto, di zie zitelle che, alla continua ricerca del prinicipe azzurro... una sera nebbiosa sarà abbandonata da uno dei numerosi spasimanti nel bel mezzo dell’invasione extraterrestre, La guerra dei mondi, interpretata da Orson Welles.
Radio Days è programmato mercoledì 22 luglio, sempre in piazza Maggiore, in occasione del centenario del premio Nobel, Guglielmo Marconi.
A spiegazione del titolo forse un po’ sibillino di questo breve articolo, terminiamo con un quiz per i cinefili più agguerriti. In quale dei film girati da Woody Allen negli anni ’90, si vede il regista leggere ad un bimbo un albo illustrato tra i giocattoli del newyorkese FAO Schwarz?
David Tolin

venerdì 17 luglio 2009

Paris Stilton di Tuono Pettinato

Inaugura il sodalizio Tuono-Zazie. Andrea Paggiaro, in arte Tuono Pettinato, è l'astro splendente del fumetto italiano.

giovedì 16 luglio 2009

Un extraterreste nella camera dei bambini

Cogliamo l’occasione della presenza di alcuni film per ragazzi nella programmazione cinematografica bolognese in piazza Maggiore, per aprire nel nostro blog la sezione cinema. Il nome di questo nuovo segmento prende spunto da una pubblicazione del professor Faeti, uscita nella collana “Ombra sonora” delle edizioni Dedalo: La “camera” dei bambini.
Nel 1983, Antonio Faeti, allora docente di Pedagogia alla facoltà di Magistero, dava alle stampe questo interessante saggio su cinema, mass media, fumetti ed educazione, oggi disponibile solo in biblioteca. 
Primo dei film che segnaliamo è il capolavoro di Steven Spielberg, ET
l’extraterreste. Un pellicola che compie quest’anno ben 27 anni, ma che non ha perso nulla della sua freschezza e spettacolarità (dei tre oscar uno fu assegnato per gli effetti speciali).
Inutile ricordare la storia del piccolo alieno, abbandonato sulla Terra e accolto da Elliott. Tutti ci siamo emozionati vedendo crescere la grande amicizia tra i due personaggi e la solidarietà dei ragazzini davanti alla distrazione, all’ottusità e alla durezza degli adulti. Nessuno ha dimenticato la favolosa scena in cui la silhouette nera di una bicicletta si staglia sul cielo notturno davanti ad una magnifica luna.
Allora, tutti in piazza, domenica 19 luglio, alle 22,00.
Buona visione!... e buona lettura!
David Tolin

mercoledì 15 luglio 2009

Alexander Calder: non solo Mobiles!

E' sorprendente scoprire quanti grandi artisti abbiano rivolto la loro creatività al giocattolo. Basta sfogliare alcuni cataloghi vecchi e nuovi di un geniale produttore francese di giocattoli, Vilac, per trovarsi di fronte ad una delle più pregevoli collezioni di giocattoli d’artista. Negli anni, le figure bislacche di Hervé di Rosa, il segno inconfondibile e i colori pop di Keith Haring, le linee essenziali di Yoshitomo Nara e la magia del movimento che solo Calder sapeva infondere alle sue opere hanno dato forma e vita a giocattoli di rara bellezza.
Altrettanto sorprendente è poi vedere come, su artisti che tanto hanno amato il giocattolo, siano stati pubblicati pochissimi libri dedicati ai loro fruitori più entusiasti: i bambini. A colmare - almeno in parte - questa lacuna, la cooperativa culturale Giannino Stoppani ha curato recentemente il catalogo della mostra Books and Toys, Children's Companions per la biblioteca Edmondo de Amicis di Anzola dell'Emilia, mentre, la casa editrice parigina Editions Palette, ci ha regalato La Petite Galerie de Calder, un bellissimo albo illustrato che trascina il piccolo lettore nel mondo magico dei giocattoli di Alexander Calder, il giovane artista americano che scelse la Parigi degli anni Venti come città di adozione e là visse nel fervore creativo delle avanguardie. Di Calder l’autrice del libro, Patricia Geis, ci presenta solo le opere ispirate all’infanzia e ad essa dedicate: le sculture di filo di ferro, i grandi squali rossi, le mucche, i canguri su ruote che, tirati da una cordicella, rendono in maniera stupefacente le movenze degli animali che raffigurano. E poi i mobiles, leggerissimi, enormi, che si fanno scultura del movimento stesso.
Finché, nell’ultima pagina, custoditi in una tasca rossa, troviamo due fogli di cartoncino fustellato con i protagonisti del Cirque Calder, piccoli personaggi fatti con tappi di sughero, filo metallico, legno, paglia, corda e stoffa, nati per danzare in punta di piedi, domare leoni, sollevare pesi e riempire l’aria dei florilegi dei trapezisti. Un frammento di quell’universo festoso e lieve in perpetuo movimento che costringe a giocare, immaginando – magari – di farlo insieme a Sandy, nel suo studio in affitto a Montmartre insieme ai suoi amici Jean Cocteau, Pablo Picasso, Joan Miro, James Joyce, Le Corbusier, Thomas Wolfe e Andre Kertesz.

martedì 14 luglio 2009

Piccolo è bello ma più grande è più bello: Libreria Tuttestorie di Cagliari

















Oggi, Cagliari vede riaprire la libreria per ragazzi nei nuovi locali: di seguito l'intervista rilasciata il 10 luglio scorso.

Ci siamo passate anche noi dalla piccola libreria ad una più grande, è una bella sfida, vero?

Più che una sfida, è un naturale momento di crescita che affrontiamo con allegria e un pizzico di preoccupazione: come un passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Incrociamo le dita e speriamo di essere all’altezza della situazione.

Quando avete cominciato a sentirvi “strette” in libreria?

Quando abbiamo iniziato a farci la posta e a fare file di attesa per usare il computer. Nella “vecchia” libreria non c’era lo spazio per avere una terza postazione.
Quando ci siamo rese conto che il programma “segreto” del festival veniva condiviso con tutti i clienti che sentivano le nostre telefonate.
Quando per parlare con la commercialista ci si rinchiudeva in bagno.
Quando ogni libro che prendeva un cliente ne faceva cadere altri cento.
Quando le visite delle classi sono diventate vere e proprie gincane fra i libri e gli scaffali.
Quando qualcuno ci ha confessato di non essere riuscito a entrare in libreria perché non c’era spazio.
Quando gli ultimi laboratori dei bambini sono diventati una sfida alla legge della impenetrabilità dei corpi. Quando, quando, quando…

Quanti i nuovi metri conquistati?

170 mq, il doppio di quelli che stiamo lasciando, con due grandi traguardi raggiunti: un magazzino che sembra una sala da ballo e un ufficio che sembra uno sgabuzzino. Finalmente uno spazio tutto per noi!

A che punto siete?

Mentre rispondiamo a queste domande siamo sommerse dalle scatole, circondate da traslocatori, muratori, elettricisti, con le illustratrici Giorgia Atzeni e Eva Rasano che dipingono una parete, e i clienti che bussano per entrare nel grande caos. Mancano cinque giorni all’apertura…
Il 14 luglio, data simbolicamente forte, inauguriamo dandoci appuntamento nella “vecchia” libreria per salutarla con tutti i bambini e da li andiamo tutti in corteo verso la nuova casa di via Orlando 4. Saranno con noi Bruno Tognolini con gli attori Gianluca Medas e Elio Turno Arthemalle, i giocolieri di Vitamina Circo con tutti i ragazzi della loro scuola.
Giusto per non sentirci sole durante il trasloco, chiediamo a tutti di portare da casa un libro che poi regaleranno alla biblioteca della scuola dell’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Indicate in ordine di importanza tre fattori per far crescere il tasso di lettura in Italia.

Nessun effetto speciale, ma solo politiche sagge e di reale sostegno delle attività e dei servizi di promozione del libro e della lettura.
È indispensabile una forte presenza di biblioteche scolastiche e di pubblica lettura aperte e accoglienti, gestite da personale appassionato e competente, dotate di un buon assortimento di libri.
Iniziative e progetti a lungo termine e di portata nazionale che coinvolgano in modo sistematico tutti gli operatori e le figure professionali che, a diverso titolo, si occupano di infanzia e di letteratura per l’infanzia.
Politiche e strumenti di incentivazione e di valorizzazione del ruolo culturale delle librerie indipendenti.

Superlavoro del festival!

Siamo alla IV edizione del Il Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, dall’8 all’11 ottobre 2009 si intitolerà “AIUTO STO CAMBIANDO! Racconti, visioni e libri per rospi da baciare”. Il tema scelto è il CAMBIAMENTO inteso come crescita, scambio di identità, mutamento di luogo, di destino, di sguardo. Cambiare dentro e fuori: dalle oscillazioni dell’anima ai travestimenti, dall’utopia al sogno che si fa realtà, dal pregiudizio al confronto con l’altro, dal rovesciamento del punto di vista ai viaggi nello spazio e nel tempo. E poi gli incontri che ti cambiano la vita, la vita che cambia attorno a te, le grandi e piccole rivoluzioni, le scoperte e il progresso scientifico, i mutamenti climatici e genetici, le innovazioni nell’arte, il gioco del “sembra ma non è”, il ciclo della vita, l’evoluzione… Insomma un tema con grandi braccia pronte ad accogliere nuove suggestioni e suggerimenti.
La squadra è quella di sempre, con Bruno Tognolini e Vittoria Negro, il supporto di molti altri, stiamo lavorando a circa 150 appuntamenti per bambini e ragazzi dai 0 ai 16 anni, con il consueto spazio del Babbo Parking rivolto al pubblico adulto. In programma incontri con scrittori, laboratori scientifici, d’illustrazione e d’arte, spettacoli di narrazione e di animazione, poesia, musica, pittura e giocoleria, letture, performance, mostre ed eventi speciali.
Gli ospiti di quest’anno: Silvia Bonanni, Nicola Brunialti, Davide Calì, Carlo Carzan, Emiliano di Marco, Francesco Enna, Anne Fine, Pietro Formentini, Sofia Gallo, Chen Jiang Hong, Anna Lavatelli, Massimiliano Maiucchi, Allberto Melis, Angela Nanetti, Giusi Quarenghi, Guido Quarzo, Angela Ragusa, Tony Ross, Anselmo Roveda, Ulf Stark, Andrea Serra e Valentina Sanjust, Bruno Tognolini, Andrea Valente, Anna Vivarelli.

Tuttestoriecambiacasa:
il 14 luglio alle 18,00 inizia la nostra rivoluzione
vi aspettiamo

lunedì 13 luglio 2009

La “grande stampa” e i libri per ragazzi

Nicholas Kristof sul New York Times (on the net) del 4 luglio scrive che i ragazzi durante le vacanze perdono punti di Quoziente Intelligenza perché non si esercitano, quindi poiché la lettura consente loro la “tenuta”, l’editorialista suggerisce 13 libri (anche le serie), fra i suoi preferiti. Suggerisce inoltre una gradualità e consiglia di leggerli (ai figli) a voce alta (sul leggere a voce alta ai figli vedi l'articolo, Le inutili campagne per far leggere il Bel Paese, di Pietro Citati su "La Repubblica", di oggi).
Isabella Bossi Fedrigotti, che firma una pagina del Corriere del 7 luglio, cita Kristof e sviluppa il suo pensiero. È preoccupata per i kids italiani che hanno più vacanze e molta play-station e tv. Al pari di Kristof si produce nella sua proposta di titoli precisando che quelli americani non sono molto noti da noi e quindi cita il maghetto planetario, Il Piccolo Lord Fauntleroy e Il principe e il povero.
Per gli amici di Zazie, che qui salutiamo, abbiamo controllato la lista americana e citiamo alcuni titoli, perché, a differenza di Isabella Bossi Fedrigotti, pensiamo che siano abbastanza noti e che, soprattutto, siano degnissimi di essere più conosciuti.
LA TELA DI CARLOTTA, libro importantissimo, un classico del Novecento, portato in Mondadori da Francesca Lazzarato e Margherita Forestan (pellicola recente, per filmografie per ragazzi, utili ai genitori che si impegnano per offrire antidoti al trash).
IL VENTO NEI SALICI: tutti i lettori “forti” italiani sanno che è stato tradotto da Fenoglio. Oltre quella einaudiana con disegni di Shepard E.H., lo stesso di Winnie the Pooh, esistono edizioni per ragazzi di straordinaria bellezza: quella illustrata da Giovanni Manna per C’era una volta e quella di Inga Moore, sia nella bella collana “Il tesoro” EL che in “ Storie e rime” in Einaudi ragazzi (Film di Terry Jones).
La serie di ALEX RIDER, l’agente segreto, “il James Bond del XXI secolo”, nelle parole dell’editorialista americano, è frutto della penna inglese di Horowitz, autore di culto dei giovani lettori. Era giunto da noi per Mondadori. Tre titoli, ora non più disponibili in libreria, perché?
Sorgono immediate le domande sul ruolo della “grande stampa” per un settore importante quale l’editoria.
Se Alex Rider fosse stato preso in esame da Citati per Repubblica, sarebbe entrato in classifica come l’amabile Zia Mame? (a mio avviso sì, ricordo l’effetto Dahl sulla pagina cultura di Repubblica a firma dell’anglista Guido Almansi).
Se un editor si impegna a leggere la miglior letteratura inglese, francese, americana, canadese… e azzarda, chi noterà il suo lavoro?
Il libraio che, di scatola in scatola, riceve il frutto del lavoro dell’editor, lo legge, lo dispone sugli scaffali e passa in rassegna quotidianamente la “grande stampa” è legittimato ad aspettarsi un pari impegno dai giornalisti? In attesa di risposte.
Staff Libreria Giannino Stoppani

venerdì 10 luglio 2009

Con Linnea e Lydia alla scoperta dell'arte

Lydia arriva dalla Svezia proprio come Linnea, la bambina che parte dal Nord per raggiungere Parigi, alla scoperta delle ninfee di Monet.
Proprio come Linnea ama la natura e l’arte, il parco e il museo, che sono per lei luoghi d’infinita magia. Ha un nonno speciale con bellissimi capelli bianchi spettinati, l’unico adulto che la prende sempre sul serio.
Viaggia sempre con un piccolo blocco in carta spessa e una matita e nel disegno esprime il meglio di sé stessa.
Ma non ha ancora iniziato a disegnare il giorno in cui, toccando il quadro di Rembrandt, Fanciulla alla finestra, si ritrova in un vortice spazio-tempo che la porta nell’Olanda del ‘600.
Un viaggio nel mondo dell’arte alla scoperta degli artisti, della loro vita, del contesto in cui operavano.
Scopre l’uso dei colori del grande pittore olandese e contribuisce al rinforzo delle dighe per evitare che il mare si riappropri della terra dei Peasi Bassi, siede alla corte del Re di Spagna e assume il ruolo di speciale giullare per la piccola Infanta dipinta da Velasquez, si diverte a seguire i processi ideativi di un grande Leonardo alle prese con il sorriso di una Monna Lisa afflitta dalla flatulenza.
Scopre Degas all’Opéra di Parigi, vive assieme alle sue famose ballerine, dipinge in compagnia della grande pittrice americana Mary Cassat, allieva del pittore francese al quale contesta l’assoluta incapacità di rapportarsi ai paesaggisti.
Affronta le tempeste rappresentate nei quadri di Turner, approda su una spiaggia che sarà teatro dell’incontro con il grande Dalì.
E dal mondo folle e surreale del pittore catalano, tra orologi liquefatti, telefoni aragosta, una musa che risponde al nome di Gala, Lydia fa ritorno alla vita di sempre. Lo fa in modo rocambolesco, portando scompiglio alla corrida, cercando di impedire che il toro soccomba sotto la spada del torero.
Era l’agosto del 1935… oggi Lydia è di nuovo nel terzo millennio, è al museo dove una guida parla di impressionisti, ha il suo blocco da disegno e tante storie da raccontare, storie incredibili alle quali nessuno darà credito.
Ma lei sa di aver davvero incontrato quei pittori e l’incontro con l’arte le ha sicuramente cambiato la vita. A lei, come a molti altri.
Il romanzo edito da Salani, Il segreto di Lydia, porta la firma dello svedese Finn Zetterholm, scrittore, paroliere, cantante di successo.
Silvana Sola

giovedì 9 luglio 2009

Le isole di Angela

Angela Nanetti ama il mare. Nata a Budrio, in provincia di Bologna, si è poi trasferita a Pescara dove ora vive. Sabato 4 luglio l’abbiamo salutata e chiacchierato un po’ al telefono. Gentile, come sempre, Angela ci concede di mettere in rete.
Vai sempre in canoa?

Sì, ho una discreta conoscenza dell’acqua. Non sono uno skipper ma sento l’elemento. Vado come con la bicicletta, le ruote sulla terra, la canoa sull’acqua.

D’estate sei un’isolana!

Senza l’isola per me non è estate. Vado a Salina dal 1980, amo i suoi colori, blu, giallo, bruno, oro, nero e sento il microcosmo. Non sono una viaggiatrice di lunghe distanze, i miei viaggi sono brevi e intensi.

Due tuoi romanzi sono ambientati su un’isola, il primo Gli occhi del mare uscito nel 1994 per Einaudi Ragazzi con il titolo Il mistero sull’isola non era affatto un racconto del mistero come il titolo voleva far intendere, aveva per protagonista un ragazzino del Nord Italia che raggiungeva il padre trasferitosi al Sud per dedicarsi alla vigna. La mamma era rimasta a Milano e una nuova compagna del babbo era all’orizzonte.

Era un addio all’infanzia, la solitudine del protagonista segnava il distacco dalle figure genitoriali.
Era la disillusione.

Con Adalberto l’infanzia era ancora dentro l’alveo familiare, accudito, seguito, alle prese con la socialità fra i suoi pari, l’amicizia, le prove… qui c’è lo strappo e l’incertezza, la conoscenza del mondo con le sue regole. Nelle illustrazioni della nuova edizione le tavole delle sorelle Balbusso rimandano alla pittura di Sironi, alla sospensione, all’allusione, come la tua scrittura. Mistral, è invece un’altra isola, un’altra età.

Era la Corsica settentrionale. Volevo raccontare la sensorialità, la sessualità, l’amore.
Ai ragazzi più grandi avevo già dedicato parte del mio lavoro, qui mi sono concentrata a cercare di raccontare le emozioni della sessualità, il retrogusto umano, sentimentale, emotivo. Nella speranza di aiutarli a scoprire queste emozioni, perché mi pare che oggi prevalga la genitalità.

Yesterday infonde al racconto il sapore degli anni Sessanta/ Settanta, la rivoluzione dei costumi, e una beatlesiana idea del cambiamento, change your mind, la più grande delle rivoluzioni.

L’Europa mediterranea, con il turismo, si apriva al confronto, c’era apertura.

Non abbiamo mai pagaiato insieme e nemmeno nuotato, ma ricordo il mare di Otranto dall’alto della cattedrale, il vento ti scompigliava i capelli. Abbiamo ammirato il mosaico dell’albero della vita e chiacchierato con Don Grazio. Per il tuo nuovo romanzo hai visitato altre chiese, l’hai finito?

Ci lavoro da anni, da quando tu scopristi la stampa in Pinacoteca a Budrio e me ne parlasti. E’ un lavoro molto impegnativo. Qui non ho remore, scrivo per gli adulti. E’ una storia vera, una storia di infanzia negata. E’ una sfida, tutti i protagonisti sono uomini, uomini di chiesa. Il Seicento, i conventi, gli ordini religiosi e mi muovo in un triangolo tra Budrio, Roma e Caldarola.

A presto, grazie per l’interesse, ciao, un abbraccio.

E’ così Angela, concentrata, rigorosa, le sue frasi sono brevi, lineari, così come la sua scrittura è nitida, elegante, di un’eleganza sempre sobria. Una bella lingua per un traduttore! Il romanzo che annovera più traduzioni (forse venti) è Mio Nonno era un ciliegio. Una lettera del traduttore giapponese, che ho avuto l’onore di leggere, offre una speciale occasione per comprendere come la letteratura per ragazzi sia presa sul serio in altre culture. Si parla di diverse concezioni religiose e di stessi ciliegi, con sapienza e profondità. Quel libro si è fatto strada per terra, per cielo e per mare, ed ha raggiunto la prestigiosa cinquina dello Jugend Prize a Francoforte. Niente marketing, uffici stampa, media. Alla Buchmesse c’erano Angela e Paolo, il marito. Non un giornalista italiano a sostenere la buona letteratura per ragazzi.
Grazia Gotti

martedì 7 luglio 2009

Almond il Selvaggio

Da una parte c'è la realtà e dall'altra la fantasia. Da una parte c'è la vita di tutti i giorni e dall'altra ci sono le pagine scritte. Da una parte c'è la vita, dura, dell'adolescente Blue Baker, un padre appena morto, una madre a cui voler bene e una sorellina da sorreggere, un bullo molto “bastardo” da affrontare. Un bullo vero, Hopper, un disperato senza famiglia che si è tatuato da solo un teschio nella tempia, uno che fuma, sputa in continuazione, che ha preso di mira Blue Baker e non lo lascia in pace neanche dopo il lutto. Sembra, anzi, cibarsi della sofferenza del più debole in una sorta di escalation di cattiverie che paiono dover approdare prima o poi allo scontro fisico.
Dall'altra parte, la fantasia. Dalle pagine sgrammaticate che Blue Baker scrive per far fuoriuscire dai pori della propria vita il sudore della negatività si staglia un Selvaggio, una sorta di giovane cavernicolo (non si sa da dove venga, non sa parlare, sembra non aver mai avuto contatti con la Civilizzazione) che dorme in una grotta e si aggira per il bosco di Burgess con un coltello in mano...
Blue Baker in quelle pagine cerca riscatto contro Hopper, e quindi racconta l'incontro tra i due, il Selvaggio che durante la notte si introduce nella casa di Hopper e lo gonfia di botte, lasciandolo in una pozza di sangue e con il volto tumefatto.
Quando, il giorno seguente, a scuola, Blue Baker incontra Hopper con i segni della violenza, si rende conto sconvolto che la realtà e la fantasia si sono incrociate, che il Selvaggio esiste davvero......
Il pluripremiato autore inglese David Almond, celeberrimo autore di Skellig (1998) torna nelle librerie con questo Il Selvaggio, uscito l'anno scorso per Walker Books e proposto ai lettori italiani dalla milanese Edizioni BD.
Un libro fuori dalle righe, a metà tra il fumetto e il romanzo, che grazie alla straordinaria tecnica del poliedrico artista inglese Dave McKean riesce a raggiungere una tensione drammatica difficilmente riscontrabile in un'opera per ragazzi.
Antonio Gotti

Festival di Gavoi. Silvana e Luigi sabato 4 luglio 2009

A Gavoi c’è il sole, una tenda bianca copre il cortile di Casa Maoddi, un sistema di piccoli tubi “irriga” l’aria e acqua nebulizzata attenua il caldo di un pomeriggio di inizio luglio.
Bambini e adulti riempiono le sedie dello spazio dedicato ai ragazzi del bellissimo festival barbaricino.
Sono stata invitata a condurre un incontro che ha come protagonista Luigi Garlando, a parlare, assieme a lui, di sfide, di regole, di calcio e di politica, a parlare dei libri che Luigi ha scritto per ragazzi.
La conversazione si muove tra notizie biografiche: bambino a Milano appassionato di calcio, scarsa passione per i libri, poi un magico incontro che apre la strada alla lettura. Il libro, Non sparate sui narcisi, suggerito dal suo insegnante come lettura estiva, lo appassiona, vuole leggere tutto ciò che Luigi Santucci ha scritto. Santucci vive a Milano, Luigi Garlando lo incontrerà, come continuerà ad incontrare quell’insegnante, abile traghettatore, che non gli risparmia il ricordo dei temi, a suo avviso molto deboli, che faceva da studente. Parla di sé e dei suoi libri, intreccia la vita e le storie che ha fissato sulla carta, risponde al ragazzino che gli chiede dove prende l’ispirazione per i suoi scritti. Ricorda Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera, uccisa in Afghanistan, con la quale chiacchierava spesso nella sede del giornale, racconta l’urgenza di raccontare quella guerra, di farlo attraverso un carteggio immaginario tra un padre inviato speciale e un figlio che viene a conoscenza del suo rapimento dalla televisione, parla di Mio padre scrive la guerra, uscito per Piemme nel 2005. Ascolta la domanda dell’adulto che gli chiede, in quanto gionalista della Gazzetta dello Sport, del calcio mercato, dei compensi ai calciatore, di etica e di crisi. Ritorna ai libri, a come sono nati, a quello che rappresentano per lui. Ne ricostruisce la storia. Ricorda che Per questo mi chiamo Giovanni, il libro che da cinque anni staziona nel catalogo Rizzoli, continua ad essere ristampato, letto, amato dai ragazzi, suggerito, trasmesso attraverso il passaparola, nasce dentro la libreria Giannino Stoppani, nasce da una conversazione con Grazia. Ricorda che i suoi libri non sono scritti con l’intento di fare educazione civica, ma dal desiderio di raccontare le sfide, le regole, l’etica che dal calcio si sposta alla vita civile, alla politica e viceversa. Alcuni ragazzi in prima fila hanno magliette che ricordano le squadre di calcio, si sono seduti lì molto prima dell’inizio dell’incontro per essere certi di vedere da vicino il loro beniamino, accanto a loro un bravissimo libraio sardo, un’insegnante che conosce il significato del verbo educare, altri autori per ragazzi, illustratori, editori, una bibliotecaria scolastica arrivata dal Lazio, molti gavoesi attenti. Luigi continua a parlare, costruisce fili fatti di intrecci, di fatti, di resoconti, di invenzione. Confessa di aver scritto la serie “Gol!” non come un’urgenza, ma per rispondere alla richiesta dell’editore che per primo ha creduto nel suo lavoro. L’incontro finisce: i ragazzi si mettono garbatemente in fila per ottenere un autografo che testimoni la giornata fissandola sul frontespizio del libro più amato. Lascio Gavoi, un viaggio di ritorno perfetto come il soggiorno e l’affettuosa ospitalità degli organizzatori dell’Isola delle Storie, un festival davvero speciale. Un compagno di viaggio d’eccezione, Gianni Vattimo pronto per il parlamento europeo nella squadra dell’Italia dei Valori. Un autista giovane e colto che ci racconta storie di Barbagia, che ci informa del numero di ovini presenti sul territorio sardo: 3 per ogni abitante, circa 4.500.000 capi. A casa ascolto l’audiolibro appena realizzato dall’editore Emons sul testo Calcio d’inizio, il primo volume delle avventure delle Cipoline. La voce è quella di Luigi Garlando. Una nuova sfida… la voce è gradevole, prima un po’ timida, poi sempre più franca.
Oltre a leggerlo, ora possiamo anche ascoltarlo.
Silvana Sola

lunedì 6 luglio 2009

A volte ritornano


















Nel 1949, sessant’anni fa, nasceva la serie dei volumetti grigi dall’aria povera denominata Biblioteca Universale Rizzoli. Nelle parole di Giorgio Manganelli “Sono volgarucci, non presuntuosi, si lasciano distruggere e subito rinascono, ho amato la prima Bur come si può amare un libro assai prima delle pattuizioni con la morte. Quei libri umili, grigi, un poco degradati, erano la grappa quotidiana di un giovane alcolizzato”.  Per i giovani lettori Oreste del Buono pensò la Bur dei ragazzi all’inizio degli anni ’80 del Novecento. Non erano anni facili e riproporre Luigi Capuana con introduzione di Bonaviri e illustrazioni di Carlo Nicco era sicuramente un gesto di nobiltà bibliofila e letteraria, ma di lì a poco sarebbe avvenuta la Rivoluzione che avrebbe portato un rinnovamento dell’editoria per ragazzi non ancora sufficientemente ponderata e valutata. Ora per il Sessantesimo della Bur i ragazzi tornano ad essere interlocutori per gli editor che hanno il compito di rinnovare i grandi marchi storici.
La ripresa della Bur ragazzi parte dai classici ai quali si aggiunge la collana bestseller dove vediamo recuperate opere importanti italiane e straniere. La veste grafica è affidata a Mucca Design che si avvale delle illustrazioni minimaliste di Jeffrey Fisher. I prezzi sono contenuti e la qualità è altissima:
dai divertenti manuali di cattiveria e di audacia per i piccoli lupi, best seller degli anni d’oro, all’orsetto di Maurice Sendak, per i primi lettori, ai romanzi di grandi firme per i più grandi: Anne Fine, Christine Nostlinger, Jules Feiffer, senza dimenticare l’autore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Christopher Pike, personaggio di Star Trek, molto amato dagli adolescenti che in rete lo hanno riscoperto e vanno alla caccia della saga del vampiro. L’Horror non era benvisto dagli adulti e invece i ragazzi lessero Stephen King, poi i Piccoli Brividi e Amiche per la pelle, oggi riproposto. Molte di queste ristampe sono anche arricchite dalle postfazioni di Antonio Faeti che aggiungono valore alla lettura. (E’ in preparazione una raccolta delle intro-postfazioni!). Auguriamo grandi tirature e ricordando il successo della Bur tramandiamo il commento di Angelo Rizzoli, il quale convinto inizialmente all’impresa in nome della sua qualità culturale, avrebbe esclamato: “ Altro che cultura! Con questi libri si guadagna un sacco di soldi”.
Grazia Gotti

venerdì 3 luglio 2009

L’estate di Quentin























Inaugura oggi al Museo Internazionale Luzzati di Genova, Il Mondo di Quentin Blake, più di cento opere originali per la mostra dedicata al grande illustratore inglese, aperta fino al 10 gennaio 2010.
Chi ama il lavoro di Blake, e si trova a Londra fino al 6 di settembre, non può mancare la mostra itinerante Snozzcumbers and Frobscottle! The Wonderful World of Roald
Dahl and Quentin Blake, ospitata negli spazi del V&A Museum of Childhood: una celebrazione della collaborazione di Blake con Dahl, curata da Seven Stories, The Centre for Chrildren’s Books, il primo museo in Inghilterra completamente dedicato all’arte nei libri inglesi per ragazzi.
E’ una mostra interattiva, dove ammirare tavole e manoscritti originali, scoprire creativamente l’arte del grande illustratore in angoli-laboratorio, e immergersi nel mondo fantastico dei romanzi di Dahl grazie alla riproduzione di Dahl-related objects. Mi auguro che oggi a Genova, si ripeta per chi è presente, la magia di un Quentin inginocchiato a disegnare assieme ai bambini, come è successo alla mostra londinese. Ho avuto la fortuna di visitarla proprio il giorno dell’inaugurazione avendo il piacere di trovarmi, dopo un’ora di ordinata e composta fila inglese, faccia a faccia con questo 77enne dallo sguardo illuminato, lo sguardo di chi non ha dimenticato i colori l’infanzia.














Più fortunata di me è stata Grazia Gotti che nell’agosto del 1990 ha trascorso molto tempo con Quentin Blake per preparare la mostra Pictures. Come si vede dalle foto, l’arte e gli spaghetti sono due simboli italiani che Quentin apprezza molto.
Elena Rambaldi

Fotografie: Tiziana Roversi, Londra - 1990

giovedì 2 luglio 2009

Andersen, Kite, Ben Kemoun…

Quattro parole chiave per la recensione di oggi, dell’albo illustrato Il ventre della Cosa, di Hubert Ben Kemoun, illustrato da Stéphane Girel.
Andersen: l’albo in questione ha vinto il premio Andersen per la sezione libri per i 6/9 anni. Oltre al libro della Kite edizioni, quest’anno l’Andersen – Il mondo dell’infanzia, ormai alla 28a edizione, ha visto in ben altre cinque delle dodici sezioni designare quali vincitori dei libri d’oltralpe. Ai racconti di Friot e al romanzo della Bondoux, si devono aggiungere il pop-up ABC3D, Le petit Nicolas e la collana “Scienza Snak” che l’Editoriale Scienza ha acquistato dalla parigina Nathan.
Kite: da pochi anni la piccola casa editrice padovana si sta facendo strada nel mondo dell’illustrato. Oltre ad alcune delle migliori illustratrici italiane, Carrer, Montanari e Pieropan, nel catalogo Kite si è dato ampio spazio al visivo francese. Vi si ritrovano, tra gli altri, la Dautremer, Olivier Tallec e la meno conosciuta Maud Legrand.
Hubert Ben Kemoun: rinomato e prolifico scrittore algerino, bretone d’adozione. Autore di più di un centinaio di romanzi tra gialli, fantasy, feuilleton, drammi radiofonici per adulti e ragazzi. Giunto in Italia nel 1999 nella piccola collana Larus, La luna nera, con L’ultimo giorno, titolo di un appassionante giallo per ragazzi. Unico romanzo scelto tra i tanti di una serie i cui protagonisti sono gli allievi di una stessa classe di collegio. L’autore li mette in prima linea, soli, senza poter chiedere aiuto agli adulti, ad affrontare intrighi e avventure.
L’Incognito… la paura, la crescita, la vita insomma. Sono i temi di questo albo di Ben Kemoun. Su una nave un gruppo di bambini in vacanza si annoia. Un mostro sorge dalle acque e inghiotte il battello. Unici superstiti i 26 piccoli che si vedranno costretti a superare tutte le difficoltà, ricreare un loro mondo, lavorare, farsi delle famiglie e vedere partire i propri figli per una vacanza in nave.
David Tolin

mercoledì 1 luglio 2009

L’arte della scrittura (senza computer)

Sogno di aprire un quotidiano, un settimanale, di ascoltare una notizia tv, che informino il pubblico dei lettori dei grandi libri di grandi autori per ragazzi. I libri escono nel silenzio generale. Questo di Beatrice Solinas Donghi è uscito a gennaio e consigliamo di metterlo in valigia fra i primi. Siamo nella campagna ligure nel Settecento. Maria Francesca è un’educanda di quattordici anni che in convento ha imparato a leggere e a scrivere, poi a studiare la Storia Sacra e un po’ di latino e di storia romana, a lavorare d’ago e a pregare e cantare in cappella negli orari dovuti. Ora si trova fuori, orfana di madre, il padre non lo ha mai conosciuto, ad affrontare una nuova vita in un palazzo di campagna dove soffia il vento nuovo dei Lumi.
“Era la prima volta che Francesca sentiva nominare la natura con quel tono di rispetto. La Natura: come se l’avesse detto con la maiuscola. Le Madri invece parlavano della perversa natura umana, dei guai se la santa religione non avesse provveduto a tenerla a freno”. Francesca aveva vissuto in campagna da bambina, mandata a balia. “Siamo tirati su secondo un sistema artificiale, senza tener conto della natura, così che i sentimenti naturali ne rimangono mortificati”.
Il vento nuovo dei Lumi soffia contro la religione a favore della conoscenza scientifica e dei libri.
“C’è di buono che i libri in genere costano meno dei dipinti. Basta che una generazione su due ne compri poche decine perché alla fine gli eredi si trovino la biblioteca fornita. Io sono quell’essere fotunato, un erede che ama leggere”. Lo zio Carlo introdurrà Francesca, che nel corso del romanzo ha perso il nome di Maria, ai piaceri della biblioteca, dalla Gerusalemme liberata ad altri libri più nuovi. “Questi sono di scienze, che immagino tu non abbia frequentato in vita tua. Eh, già. Le teste fasciate non si sono mai interessate di scienze né di altre idee che non stiano nel libro di messa. C’è da pensare che se le fascino apposta perché le idee dei tempi nuovi non trovino uno spiraglio per penetrare nei loro cervelli”. Sistemate le Madri, c’è da dare ascolto alle Zie molto prese dagli abiti e dai passatempi. Francesca trova il tempo e il modo per correre dai contadini (in Liguria detti manenti) per stare con Menghina sua coetanea. L’amicizia è raccontata con acutezza di sguardo e sincerità. Le idee nuove giungono a palazzo anche al seguito della giovane istitutrice francese. La trama del romanzo si arrichisce del mistero delle favole pagane dipinte nella cupola. E’ l’ingresso di Eros in coppia con il magnetismo. Nella visione circolare della scrittrice l’Alto e il Basso si mescolano, la fiaba popolare tenuta in vita dalla nonna di Menghina, contafiabe del villaggio, tiene il suo posto d’onore nella storia della Cultura. L’enigma della cupola è un romanzo moderno e classico insieme, scritto in una lingua straordinaria che riesce a dar conto anche delle differenze. Il lavoro di ricerca è minuzioso, accurato, si cita il poeta dialettale genovese del Seicento Gian Giacomo Cavalli per mettere in scena le lucciole, si riportano filastrocche e indovinelli della tradizione. Ma la magia del racconto sta nella sua sorprendente freschezza, nella sua vitalità, nella capacità di andare rapido all’intelligenza del lettore. Un romanzo da leggere a voce alta in prima media, da insegnanti che abbiano a cuore il Pensiero, la Storia, la Lingua, la Letteratura.
Beatrice Solinas Donghi, nata nel 1923, ha scritto anche romanzi per adulti (vedi titoli in biblioteca e nel Meridiano dedicato ai racconti italiani curato da Enzo Siciliano). Non usa il computer. I suoi romanzi sono perfetti da subito, non necessitano di alcun intervento, come dice la sua editor Beatrice Masini.
Grazia Gotti